Sinossi *:
Fulvio Bedin è un professore universitario di Storia, famoso a livello internazionale per i suoi libri che, con documentata e attenta analisi, raccontano la Storia e le evoluzioni politico-militari d’Europa.

Nel novembre del 1866 riceve, nel suo studio a Torino, una lettera di convocazione dall’ex Ministro degli Interni e della Guerra del Regno delle Due Sicilie (nonché deputato del neonato Regno d’Italia), il Barone Liborio Romano. Incuriosito e attratto da quell’anomalo invito che reca al suo interno tracce di sangue e un post scriptum enigmatico, il professore decide di presenziare all’incontro che si terrà presso Palazzo Romano a Patù, in provincia di Lecce, nonostante la data coincida con quella della notte di Natale.

Giunto a destinazione, Bedin fa la conoscenza di Cosimo Margiotta, un repubblicano, amico d’infanzia e notaio del Barone. I due ben presto si ritrovano seduti in compagnia di un sofferente e turbato don Liborio Romano, il quale svela definitivamente il motivo di quella strana ed inaspettata riunione: la volontà di confidarsi e consegnare loro un autentico e veritiero testamento in riferimento ai fatti, episodi, atti, documenti e personaggi che hanno caratterizzato la cosiddetta “Unità d’Italia” del 1860. L’unica condizione che pone ai suoi ospiti in modo perentorio è che questo testamento storico venga pubblicato e diffuso non prima del 2017, ovvero a circa centocinquant’anni dalla data di quell’incontro.

Accettata la condizione imposta, Bedin e Margiotta si ritrovano a intraprendere un viaggio, narrato e documentato, che stravolge totalmente qualsiasi libro, articolo giornalistico e Storia ufficiale da loro riconosciuta. Un’ingarbugliata rete di sovrani e Stati europei complici degli avvenimenti: tradimenti, storie di deportazioni e detenzioni che ricordano l’olocausto ebraico, il patto della neonata Italia tra Stato e camorra e tanto altro.

In questo sconvolgente e rivoluzionario scenario, Fulvio Bedin si vede costretto a vestire non solo i panni dello storico integerrimo e interessato esclusivamente alla verità, ma anche quelli di un pubblico ministero alla ricerca di risposte e prove inoppugnabili. Dall’altra parte Margiotta, per motivi di interesse, cerca di bloccare sul nascere la pericolosa confessione del suo amico.

E così Palazzo Romano, tra antiche profezie e avvenimenti surreali, si trasforma nello sfondo in cui tre uomini, con le loro parole, dubbi, emozioni e punti di vista, fanno i conti con le proprie coscienze. Grazie a loro, un mistero tenuto sepolto per oltre centocinquant’anni ora vede la luce. E nulla sarà più come prima.

NOTIZIE 'Tramonto a Mezzogiorno'

Libri


Libro sul film "":
"Il Testamento di Don Liborio. Padre d'Italia"
di Umberto Rey, Morfeo Editore, 2017
prezzo di copertina: 18,00



Note:
La Storia
Don Liborio Romano è un autentico fiume in piena quando racconta tutti gli incredibili ed impensabili episodi che hanno determinato la cosiddetta “Unità d’Italia” del 1860. Dal ruolo e la volontà determinante dell’Inghilterra con i suoi banchieri e di Napoleone III Imperatore di Francia, interessati all’oro del Banco di Sicilia e del Banco di Napoli (oltre che alla Savoia e alla Nizzarda, alla Sicilia per i suoi giacimenti di zolfo e al controllo del Mediterraneo prima dell’apertura del canale di Suez), all’accordo fatto tra lui e i vecchi generali borbonici che ha fatto sì che venisse nominato Ministro degli Interni e della Guerra del Regno delle Due Sicilie. Nomina voluta dalla nobiltà del Regno, e che aveva l’obiettivo di detronizzare il ventiquattrenne Re Francesco II a favore di un altro Re piemontese, lo zio Vittorio Emanuele II del Regno di Piemonte e Sardegna.
Dalla più grande messa in scena mai organizzata da essere umano, vale a dire il famoso sbarco dei Mille in Sicilia, capitanata dal Generale Giuseppe Garibaldi (spedizione finanziata e protetta dai banchieri e dalla marina inglese, con gli uomini della legione straniera francese e il referente di Napoleone III, il Generale Nino Bixio, oltre che Francesco Crispi, referente della nobiltà meridionale) e successiva “passeggiata” di Garibaldi con i suoi uomini in Sicilia, Calabria e Campania grazie al tradimento di molti generali borbonici a capo di oltre centomila soldati ben armati ma stranamente inermi, alle nomine di poliziotti e tutori della legge a favore dei picciotti camorristi vicini alla nobiltà meridionale. Quest’ultime volute proprio da Don Liborio Romano in Campania. Dal suo accordo con Camillo Benso Conte di Cavour (Primo Ministro del Regno di Piemonte) per organizzare il trasferimento di Re Francesco II da Napoli a Gaeta e consentire in tal modo l’arrivo trionfale a Napoli d
 i Garibaldi, protetto dai poliziotti camorristi.Per concludere con la guerra civile nel meridione d’Italia, gli uomini meridionali costretti ad emigrare in Argentina e altri lontanissimi Stati stranieri, o a resistere nei boschi come partigiani, o briganti che dir si voglia.
Tutte queste verità accendono l’animo del famoso storico Fulvio Bedin e le sue domande costringono sempre più Don Liborio a raccontare i fatti come realmente andarono in Italia nel 1860.

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