Sinossi *: Senza peso: una libreria in cui i libri sembrano galleggiare, una radio ridotta all’essenziale che svela allo sguardo le valvole tra due pannelli di cristallo, una poltrona costituita da soli tre pezzi. Allestimenti e installazioni dove gli oggetti fluttuano e perdono forma. Architetture mai monumentali e retoriche, che lasciano il segno come la Rinascente di Roma e la linea 1 della Metropolitana milanese. Il pensiero, il gesto, lo sguardo. È attraverso il suo personalissimo sguardo che vogliamo raccontare Franco Albini. Uno sguardo curioso, indagatore, lento, preciso e ripetitivo. Continuo, ossessivo, intenso. È stato il maestro della leggerezza, sognava un mondo senza gravità. Era serio, schivo e taciturno. Amava viaggiare e voleva essere libero da ogni possesso. Si muoveva con la macchina fotografica e una cinepresa 8 mm. Nell’archivio della Fondazione a lui intitolata sono raccolte migliaia di foto, centinaia di bobine filmate. A raccontare la particolarità dello sguardo di Albini sulle cose e sul mondo, tre maestri del cinema e della fotografia: Peter Greenaway, Tatti Sanguineti e Oliviero Toscani.