Sinossi *:
Si intitola “L’ultima passeggiata”, come la raccolta di madrigali composti in onore dell’amico di sempre Severino Ferrari in occasione delle sue nozze, il documentario dedicato alla commemorazione di Giovanni Pascoli a cent’anni dalla sua scomparsa nell’aprile del 1912.
Nell’anno delle celebrazioni del grande Poeta italiano, il video, completamente autoprodotto dai due giovani romagnoli, accompagna lo spettatore in un viaggio a ritroso nel tempo attraverso alcuni degli eventi più significativi della sua storia partendo dalla morte per arrivare alle origini, divincolandosi dagli schemi del documentario classico.
Si parte da Bologna appunto, dove il Pascoli, già malato, si spegne nella sua casa, attorniato dall’affetto dei suoi allievi, colleghi, amici e familiari.
La salma, che da via D’Azeglio in un lungo corteo arriva fino alla stazione ferroviaria del capoluogo emiliano, dove il Pascoli aveva studiato e poi insegnato, lascia per sempre l’amata terra d’origine per trovare riposo a Castelvecchio Pascoli, frazione di Barga, in Toscana, lontano dalla sua San Mauro.
Il racconto poi si snoda attraverso le tappe fondamentali della sua vita, fatta degli incontri illustri che segneranno la sua formazione, come quelli con Giosuè Carducci e Alessandro Serpieri, fatta naturalmente delle piccole amate cose: gli affetti domestici, il rumore di un ruscello, il fruscio di un passo o di un bisbiglio, ma anche del cibo e del buon vino, e poi contrassegnata dai grandi successi che lo porteranno a traghettare la letteratura ottocentesca fino al moderno decadentismo e simbolismo.
Da Bologna a San Mauro, da Barga a Matera, da Rimini a Urbino e Ravenna, “L’ultima passeggiata ” svela così l’intimità e le passioni dell’uomo e del poeta, dal carattere spiccatamente romagnolo, dal grande amore per la politica, e soprattutto da un’incredibile capacità di cogliere le suggestioni che arrivano dal saper vedere e ascoltare gli aspetti più profondi delle cose, che il poeta attraverso la sua parola è in grado di dipingere come in una pennellata impressionista, raccontando così un particolare del reale che svela però l’impossibilità umana di giungere ad una concreta visione d’insieme.
Centro del racconto è naturalmente il grande lutto legato alla morte violenta del padre Ruggero, che segnerà per sempre la storia familiare dei Pascoli ma soprattutto l’animo del poeta, per cui durante tutta la vita sentirà il bisogno di dar voce al suo dolore insanabile proprio attraverso la parola e la poesia, un canto né dispiegato né intimo, ma universale, in grado di coinvolgere tutti.



Note:
PAOLO SUMMARIA ha interpretato parti delle seguenti opere di Giovanni Pascoli:
- IL SONNELLINO (da “I canti di Castelvecchio”)
- IL GIORNO DEI MORTI (da “Myricae”)
- LA MIA SERA (da “I canti di Castelvecchio”): Lettera spedita da Roma il 30 novembre 1894 alla sorella Mariù e a Gulì
- L’ULTIMO VIAGGIO - XXIII IL VERO (da Poemi Conviviali): Lettera spedita da Messina a Taranto il 5 gennaio 1901 all’amico professore Luigi Amaduzzi
- ROMAGNA (da “Myricae”)
- L’AQUILONE (da “Primi Poemetti”)
- IL NIDO DEI FARLOTTI (da “I canti di Castelvecchio”)
- LA VOCE (da “I canti di Castelvecchio”)
La scena dello spettacolo al Museo Casa Pascoli di San Mauro Pascoli è tratta da “BENVENUTI A CASA PASCOLI… GIOVANNINO AL MOMENTO NON C’E’!” basato su testi di GIOVANNI PASCOLI
adattato e interpretato da PAOLO SUMMARIA, MARCO BRAMBINI ed EMANUELA FRISONI.

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