Sinossi *: Il primo bacio: ovvero il mostro che è in noi. Dal quotidiano di madri che abbandonano neonati nell’immondizia e uccidono figli, di figli che fanno stragi di genitori a quello di vecchietti in apparenza docili e servizievoli, dolci nonnini che aiutano in ogni nostra casa le nostre famiglie, il breve racconto ci evidenzia uno spaccato ipocrita e dissoluto della nostra società, mostrando come il diabolico sia spesso frutto della subdola normalità e di come nel quotidiano di tutti si annidi la possibilità dell’evento catastrofico. Sembra di rivedere e riascoltare “Le voci di dentro” di Eduardiana memoria: il delitto, l’assassinio come componente della normalità e che della normalità è frutto possibile e naturalmente probabile. Il breve racconto, spregiudicato forse data la scabrosità dell’argomento, tralasciando quelle categorie che da sempre accompagnano nell’immaginario collettivo la rappresentazione del male con figure di cattivi e buoni troppo spesso da “sceneggiata napoletana”, cerca di non entrare mai nel dettaglio psicologico lasciando invece solo all’evolversi della vicenda la precisazione degli spunti emotivi e caratterizzanti dei personaggi i quali tutti, attraverso le molteplici “significanze”, ci fanno intravedere un racconto al di sotto e al di dentro del primo.