Sinossi *:
All’indomani di una grave contaminazione nucleare Victor e Darline vivono barricati in casa, indossano maschere antigas e crescono un figlio in un mondo che sembra non avere futuro. Le lunghe e claustrofobiche giornate sono scandite da precisi rituali di quotidiana vita familiare, un gioco pericoloso di gesti e complicità. Cercano di non soccombere, provano a vivere, ma qualcosa di sconvolgente segnerà definitivamente il loro destino.

Cast

Interpreti:
Fabio Balasso (Victor)
Giulia Morgani (Darline)

Soggetto:
Dino Santoro

Sceneggiatura:
Dino Santoro
Andrea Ferri

Musiche:
Valerio De Bonis

Costumi:
Paola Mazzei

Scenografia:
Antonella Sforza

Fotografia:
Salvatore Metastasio
Onofrio Damiano (Assistente)

Suono:
Fabio Macchia (Presa Diretta)
Giulio Colangelo (Sound Design)

Trucco:
Gabriella Salviulo

NOTIZIE 'Interno 8'



Note:
"Interno 8" è una scatola chiusa. Una realtà che ospita un buio opprimente, fermo. Una scatola che cela al suo interno altri comparti stagni. Tutti tracciati dalla stessa condensa di solitudine.
E' proprio la solitudine che avvolge i protagonisti e la bolla d'aria interna alle scene che ha condizionato il mio intervento compositivo. Le musiche pretendono di non uscire, di sedimentare lì nei sotterranei immerse nei corridoi riverberati, tra i macchinari, le turbine e agli attrezzi. I suoni industrial ed i ritmi "elettrici" irregolari ma ricorrenti tentano di calzare proprio il bianco e nero della coppia sfuggita alla crisi nucleare.
Sebbene rinchiusi nel loro distacco dalla realtà la loro vita di tanto in tanto si apre ad una curiosa leggerezza. La composizione musicale, allo stesso modo, proietta degli spiragli sognanti; dal noise all'arpa e ai sonagli, dunque, il passo è breve.
Ma non c'è spazio necessario per nascondere il pallore della solitudine. La tensione tra i protagonisti, nonché il male che dimora appena fuori dalle finestre, emerge dal filo vocale dipanato da un coro di voci bianche: una lunga arcata, limpida, eterea modulata da una flebile elaborazione elettronica che crea la tensione necessaria alla scena.
E' questo un materiale sonoro ben distante dall'approccio ruvido iniziale. Una scelta che dimostra anche l'intenzione di diversificare musicalmente le varie fasi di una crisi che si consuma in una scatola chiusa.
"Interno 8" si nutre del vuoto che traspare dentro una campana di vetro.
Le musiche cercano di esasperare proprio quel vuoto.

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