Sinossi *: La laguna di Venezia è un ecosistema dinamico che vive quotidianamente una lotta per la sopravvivenza.
L’intero territorio è connesso e protetto dalle zone intertidali, le cui barene ne segnano il mutamento morfologico centenario. Le barena sono piccole isole, soggette alla propria identità autoctona che vivono una realtà in continuo adattamento.
Governate dalle proprie leggi naturali, queste isole sono anche luoghi protetti e neutrali, distaccate dal mondo esse ci appaiono come delle cellule, o paradossalmente, come delle zattere statiche.
Un’isola è un palcoscenico naturale in mezzo all’orizzonte, un punto d’osservazione panoramico nella laguna.
La nostra concezione di città non si ferma alla sola isola di Venezia ma si estende a tutta la laguna tutta; l’intera area ospita una vasta biodiversità che include diverse specie di uccelli a rischio di estinzione.
Grazie la tutela che nei tempi passati l’uomo ha riservato a questo territorio, la laguna Veneziana è la più antica e duratura del mondo. Nonostante questo, rimane sempre un territorio molto fragile e delicato che vive costanti immersioni e che oggi, in particolare, si ritrova ad affrontare un momento storico molto delicato, dovuto ai cambiamenti climatici in corso.
Attraverso un’azione performativa, “Intertidal. Barene” registra e traduce il paesaggio intertidale su scala umana. Soggetti alla negoziazione tra fragilità e resilienza, i movimenti spaziano dalla mimesi, all’inondazione fino alla loro riemersione.Essi non riflettono soltanto un’interazione con il locus ma si integrano con il paesaggio. La sfera sonora diventa un linguaggio a più strati che esplora ed evoca questa condizione percepita. Acute voci strumentali si unificano con il ricco paesaggio sonoro, creando una fragile e vetrosa scultura musicale che fluttua in un terreno plastico. La musica dà risalto a tutti i dettagli del territorio intertidale, allo stesso tempo estendendo il linguaggio coreografico.