Sinossi *: Magid, immigrato marocchino, studente di cinema, impegnato nella realizzazione di un documentario, usa la post-produzione del progetto come filo conduttore per ricostruire le conseguenze di un atto razzista subito insieme a suo fratello Hicham, a Torino, il 6 novembre del 2012. L’atto subito fa sì che Magid metta in discussione il valore stesso della libertà: vivrà in conflitto con se stesso e con ciò che lo circonda, soprattutto nel rapporto con suo fratello.
Decide quindi di agire, con l'aiuto di suo fratello e di due telecamere. I due fratelli diventano ognuno specchio dell’altro, documentando il loro rapporto quotidiano, la loro vita intima ed emotiva. Il regista approfitta di un corso di sceneggiatura che frequenta al Piccolo Cinema per trovare e sviluppare spunti necessari per raccontare la sua storia d'immigrazione, il razzismo subito e la relazione con gli altri. Suo fratello Hicham decide di tornare definitivamente in Marocco e crearsi una nuova vita, cercando di reintegrarsi nel suo paese d’origine. Magid rimane invece a Torino e continua a lavorare sul progetto del documentario. Nonostante l’allontanamento del fratello, decide di creare un gruppo di discussione coinvolgendo altre vittime di razzismo, ed insieme realizzeranno una performance pubblica, un modo per esprimere artisticamente le loro sofferenze, sensibilizzare e coinvolgere la comunità.
Magid Invita suo fratello (facendolo ritornare dal Marocco) al concerto per liberare, a fine performance, delle colombe bianche dalle loro gabbie. È un regalo di Magid a suo fratello per esprimere un forte senso di amore e legame di fratellanza.
In quel momento, gli attori dello spettacolo dimostrano un 3D dove è scritto “Io e mio fratello” che indica la nascita di un nuovo progetto: un sogno per Magid condiviso anche dagli altri attori; si tratta di un centro multietnico, culturale, religioso in cui trovare moschea, chiesa e sinagoga una accanto all’altra. Luogo di culto per i credenti e di condivisone per i non, un centro a Torino che vuole diventare un vero simbolo di fratellanza senza discriminazione. La scenografia della performance che, dopo il concerto in piazza largo Saluzzo a San Salvario, diventa un'installazione in diverse gallerie in Italia e all'estero (Marocco...), per diffondere la protesta contro il razzismo.