Sinossi *: Un itinerario fra monasteri di clausura italiani alle radici della spiritualità. Film-documentari che raccontano giornate scandite dalla preghiera, dai gesti semplici e profondi, un ideale percorso fra le più profonde radici monastiche del nostro paese, ed alcune esperienze di nuova spiritualità . Non interviste, ma incontri, scoperte. Uno sguardo su vite semplici, per molti incomprensibili. Esistenze spese nell’ombra, eppure così vicine alle risposte che cerchiamo. Sentinelle e custodi di significati che abbiamo dimenticato.
Santa Maria di Pulsano, arroccata sul limite meridionale del Gargano, è un luogo che da secoli parla di sacro. La splendida Abbazia fatta costruire da San Gregorio Magno nel VI secolo, con i suoi eremi disseminati fra le rocce e le vallate, è un importante centro spirituale per tutto il Medioevo, punto d’incontro di monaci latini e anacoreti greci, quando la Chiesa era indivisa. Proprio qui si fermò in preghiera San Francesco nel suo tragitto per la crociata.
Dopo secoli di vicissitudini, distruzioni e abbandono, alla fine degli anni ’90 grazie all’opera di volontari laici, i monaci sono tornati a Pulsano e l’Abbazia S. Maria è tornata all’antico splendore. Fra le sue mura risuonano alternativamente i canti della liturgia bizantina e di quella latina. La piccola comunità cenobitica infatti, vive secondo la regola di San Benedetto e gli insegnamenti di San Basilio, e ha adottato la biritualità.
I monaci custodiscono con essenzialità e intensità un patrimonio storico e religioso incomparabile: quel prezioso crocevia fra la spiritualità occidentale e orientale che Pulsano è stato per millenni.