Sinossi *: Quella per i diritti umani e ambientali è una domanda globale e soprattutto giovanile. Da ormai un anno i media internazionali coprono le manifestazioni dei Fridays for Future fondati da Greta Thunberg e da qualche mese raccontano anche le proteste per la democrazia dei giovani di Hong Kong. Ma la storia dei giovani iracheni in rivolta per i diritti civili, politici e sociali, a sedici anni dall’invasione americana e dall’inizio della guerra in Iraq, non ha ancora avuto lo stesso spazio.
Nasce da queste considerazioni ‘Iraq: la gioventù in prima linea’ un reportage di 24 minuti, prodotto da Arte, che racconta la ‘rivoluzione di ottobre’ dei giovani iracheni attraverso la testimonianza di tre attivisti: Huda, Ali e Salman.
Piazza Tahrir a Bagdad è il luogo simbolo delle loro proteste pacifiche. Lo occupano, lo vivono e lo tengono pulito, auto-organizzandosi. Tuttavia, il bilancio umano di queste manifestazioni nonviolente è tremendo. Una repressione feroce ha già causato, in due mesi, 450 morti, tra cui 3 giornalisti, e circa 20mila feriti sulle barricate. In una sola giornata, 80 persone sono state rapite da uomini armati non identificati ma solo una trentina sono quelli rilasciati.
I manifestanti in piazza rappresentano una nuova generazione di iracheni, il cellulare in una mano e la bandiera nazionale nell’altra. La loro rabbia riunisce laureati e disoccupati, uomini e donne, tutte le confessioni religiose mescolate contro un sistema politico imposto dall’esterno, incapace di garantire servizi e basato su una divisione dei poteri tra gruppi settari. Uniti, questi giovani cantano che un altro Iraq è possibile.