Sinossi *:
Un giorno mio padre biologico, ci portò ad una stazione di matatu ( autobus Kenioti), ci mise su un autobus e partimmo, lui non salì”. Queste sono le parole di Kito, mentre ricorda l’abbandono da parte del padre biologico in uno sconosciuto paese del Kenya. Si presume che la sua età fosse 3-4 anni e quella di Asali, sorella minore, fosse 2. Arrivati, dopo un lungo viaggio, nella stazione di Machacos, a sud della capitale Nairobi, i due bimbi diventano “chokora”, termine dispregiativo col quale si additano gli orfani che sopravvivono negli slam rovistando “chokora” (spazzatura) nella quotidiana e famelica ricerca di cibo e vestiario. Riuscendo a sopravvivere, lontano dalle gang, vengono presi e registrati dalla polizia armata di kirungu (manganelli) durante un rastrellamento e, finalmente, condotti verso la “ children’s home “ (equivalente delle case famiglia) a nord di Nairobi. Un materasso condiviso, una zuppa di ugali (mais), un sorriso, un vestito in comunione, un giardino dove correre ed i bambini ritrovano la serenità, o, quantomeno, accantonano l’infelicità. La paura riaffiora quando la direttrice dell’istituto li informa che il giorno dopo due “mzungo” li avrebbero adottati. Credenza chokora vuole che i bianchi mangino i serpenti, e con disprezzo li soprannominano “ Mzungo”.
Lara ed Ugo, innamoratesi all’università di Padova nel 1995, decidono di intraprendere l’iter dell’adozione pur non soffrendo di sterilità. Estenuante e fastidiosamente burocratico l’iter adottivo si conclude in Kenya nel 2005 dopo anni di pratiche, traduzioni, visite psico-attitudinali, vaglio socio-economico, udienze civili italiane e keniote. Tutti i sacrifici spariscono di fronte al sorriso di Kito e Asali, a loro volta frastornati, incuriositi, intimoriti ma piacevolmente sorpresi dall’amore dimostrato immediatamente dai mzungo il 6 maggio del 2005, giorno del primo incontro. La convivenza iniziale si rivela complessa a causa dell’incomprensione linguistica e della diffidenza chokora verso quegli sconosciuti mzungo, ma, la spiccata intelligenza dei bimbi da una parte, la pazienza dei genitori dall’altra , cementificano una felice unione. Giunti in Italia i bambini si integrano perfettamente nel tessuto sociale,oggi Kito frequenta la seconda media ed Asali la prima.



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