Sinossi *: Lucida Mansi era una giovane e bellissima donna appartenente ad una delle più ricche e potenti famiglie della Lucchesia.
Completamente dedita al lusso ed alla vita mondana, era solita organizzare nelle sue numerose e splendide ville sfarzose feste animate da musiche e balli. Era tanto adorata e corteggiata quanto crudele; secondo la leggenda era infatti solita liberarsi dei suoi innumerevoli amanti, quando ne era annoiata; gli uomini entravano nel palazzo ma non ne uscivano, avvelenati da una sostanza sprigionata dalle spine di un fiore. Una volta privi di vita venivano gettati (dalla cameriera di Lucida, l'unica a conoscenza di questo terribile segreto) in un pozzo il cui fondo era cosparso di innumerevoli lame affilatissime.
Lucida era estremamente innamorata della propria immagine, tanto che aveva disseminato di specchi la sua stanza da letto, in modo da potersi contemplare in qualsiasi momento; teneva addirittura uno specchio nascosto nel libro delle preghiere; in modo da potersi specchiare anche durante le sacre funzioni.
Finché un giorno una lettera anonima sconvolse i piani della nobildonna. La lettera era stata scritta da un'amica d'infanzia di Lucida: Camilla, che in passato abbandonò l'amica, perché Lucida voleva condividerne il fidanzato.
Dopo otto anni Camilla le scrive una lettera anonima e le due donne si incontrano. Lucida spaventata dalle parole di Camilla, che voleva rivelare a tutti la fine che facevano gli uomini una volta entrati nella dimora di Lucida, la uccide ma rimane sconvolta alla vista del sangue.
Nonostante questo, il tempo trascorse spensierato fra feste ed amanti, fino a quando ad una festa Lucida divertendosi e ballando notò un giovane che la attrasse molto.
Tornando a casa spensierata e con nuove emozioni che le crescevano dentro, la sua immagine rifletté in uno specchio e si accorse di una lieve ruga che seguiva inesorabilmente il bellissimo volto. Lucida si disperò, gridò e pianse lacrime amare sino a quando le apparve un giovane, sotto le cui sembianze si nascondeva il diavolo (la morte). Questi le promise altri vent'anni di immutata bellezza ma, trascorso questo tempo, egli sarebbe tornato a farle visita per ricevere il pagamento di questo favore: la sua anima (la sua vita). Lucida accettò senza pensarci: nemmeno la sua stessa anima le era più cara del suo bel volto e della sua giovinezza.
Nei vent'anni che seguirono (mentre tutti invecchiavano, Lucida rimane giovane e bella) concessile dal demonio, frequentò Ludovico, il ragazzo che vide alla festa, e passarono molto tempo insieme fino a quando non conobbe Maria, la sorella di Ludovico. Lucida vedendo come fossero così in armonia i due fratelli cominciò ad essere gelosa tanto da uccidere la ragazza.
Ludovico sconvolto per la perdita della sorella viene consolato dall'amante in modo asfissiante. Quando Ludovico capirà che la morte di Maria non era stata naturale e si rende conto chi è stato ad ucciderla. Lucida alla fine gli confessa che lo aveva fatto solo perché fosse tutto suo e di nessun altra e soprattutto che lei voleva invecchiare con lui, ma Ludovico sconvolto e inorridito dalle parole della donna che oramai non l'ama più l'abbandona lasciandola alla sua disperazione.
La stessa sera Lucida sente una voce che le ricorda il patto siglato vent'anni prima col diavolo. Già disperata per l'abbandono di Ludovico Lucida piange tanto che va di corsa alla Torre delle Ore per fermare l'orologio, perché a mezzanotte precisa sarebbe stata la sua ora.
Lucida si cala dalla torre e si appende ad una lancetta, ma il diavolo è più veloce e le si avvicina; la nobildonna viene catapultata in una stanza piena di specchi, i quali le rivelano il suo carattere, se stessa, ciò che era, ciò che è e ciò che sarà, e abbagliandola la uccidono.