Sinossi *: A metà anni novanta, la canzone napoletana inizia a vivere un sussulto dichiarato, quando un gruppo di scugnizzi si mette davanti alla telecamera e inizia a cantare le sue canzoni su ritmi dichiaratamente contemporanei. La melodia, lo stile vocale, la fioritura, è ancora quella della vecchia canzone napoletana, quella della melodia, del gorgheggio, degli echi arabi. I ritmi invece iniziano ad essere quelli che impone la globalizzazione del pop. A Napoli, cerimonie come matrimoni e comunioni sono tradizionalmente festeggiate con opulenti banchetti che possono durare anche intere giornate. A questi banchetti sono inviati ad esibirsi personaggi locali dello spettacolo: attori, comici, musicisti e cantanti. Una vera e propria industria. In primo piano abbiamo la vicenda di Mimmo Dani, cantante di gran successo, "uno che fa 800 impegni l'anno". Dietro di lui, i giovani che spingono per diventare come lui e affermarsi come divi neomelodici. Attorno, tutta una fauna composta da genitori/manager, autori, impresari, parolieri, musicisti e tecnici, molti dei quali totalmente improvvisati.