Sinossi *:
Un uomo si risveglia ritrovandosi completamente solo. Il suo nome è Faber, l’unico pezzo che gli rimane ancora integro, oltre l’abisso del disfacimento e del vuoto che lo divorano da ogni parte. Questo quadro così spaventoso, che imprigiona di colpo le dinamiche della sua esistenza, è tutto quello da cui noi partiamo per l’immersione profonda nell’architettura di questo universo improvviso e tentacolare. Ogni passo nelle rovine di questo interregno, sarà impregnato di un silenzio arcano, che pare appartenere all’incubo di una civiltà estinta da una maledizione secolare. Come tacciono i luoghi tumulati dall’incantamento, allo stesso tempo si riverberano frammenti taglienti di un solo cristallo, che ogni tanto accentuano la loro vibrazione riassumendo nella loro eco una forma emozionale sempre diversa, snodandosi di continuo nella storia come affluenti ricolmi di correnti impetuose. La stanchezza e la disperazione stanno ormai soffocando Faber, eppure c’è ancora qualcosa che vuole sapere e scoprire, tra l’ultimo filo di trucco negli occhi scuri di una cameriera prima dello smonto, e il magistero di questo teatro tragico, infestato di quinte tenebrose e transumanze spettrali. Unico senso inverso e vietato, nella deriva fioca di un ultimo viaggio, o punto fobico di non ritorno.

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