Sinossi *: Come si può immaginare di poter scolpire un corpo umano nel marmo, quando si è ciechi? "Il buio fa paura, ma come tutte le cose che fanno paura attrae le persone - risponde lo scultore Felice Tagliaferri a Domenico Iannacone, che lo incontra a Cesena in questa quarta e ultima puntata di "Che ci faccio qui" - "Dal buio possono nascere grandi cose". Felice ha 51 anni e ha perso la vista quando ne aveva 14, a causa di una malattia: ma proprio nel momento più duro della sua esistenza, grazie alla scultura ha ritrovato la gioia di vivere. Le sue sono creazioni di soggetti non visti, che nascono nella sua mente e nei sogni per poi prendere forma attraverso le mani, guidate da un formidabile senso del tatto. Con l'arte Felice abbatte uno ad uno tutti i muri che incontra sulla sua strada, fino a realizzare opere straordinarie, che lo rendono una figura unica nel panorama internazionale. Dal Cristo Ri-Velato, che rappresenta la sua incredibile risposta al divieto di toccare, alla scultura ultimata durante il lockdown, ancor più simbolica e potente: una sorta di Pietà ribaltata, il 'Nuovo Sguardo' rivolto dall'uomo alla donna. "La scultura mi ha cambiato la vita" - spiega Tagliaferri - "Quando do forma alle cose non so dove finisce la materia e inizia il mio corpo".