Sinossi *: La vita dell’Avana e della sua gente raccontata in sedici frammenti, o variazioni, che formano gli elementi di un’unica partitura. Alcune sono delle storie che racchiudono il senso della fantasia e della capacità d’inventiva di una vita sospesa tra la lotta per la Rivoluzione e quella per la sopravvivenza. Altre sono interviste con artisti, intellettuali, gente di strada, attraverso le quali s’intravede il legame di ognuno con questa città. Altre, infine, sono dei collage d’immagini che non hanno bisogno di parole.
Un documentario che non cerchi di spiegare o di giustificare la realtà di Cuba, che non voglia ricomporre in una sola voce una qualsiasi idea già presente in noi. Ma un insieme di frammenti che partano dal basso, dalle voci della strada, dai silenzi e dai dubbi della gente, dalle contraddizioni, dalla fantasia e dai sentimenti che si sono rivelati al nostro sguardo.
Con questo spirito abbiamo affrontato la sovrapposizione di mondi che è L’Avana, per proporre non l’idea, ma l’odore di questa città, e il senso di ciò che vive in essa. In una successione di quadri uniti da una pulsazione ritmica d’insieme ma con un’autonomia stilistica e tematica che ne faccia dei momenti disgiunti.
Il nostro non può che essere uno sguardo dall’esterno – e sarebbe artificioso fingere il contrario – ma questo non implica una minor profondità nella realtà che si incontra. Ed è attraverso la musica che abbiamo sottolineato il nostro punto di vista di europei, in un incrocio di contrasti e di richiami fra Europa e Cuba.