Sinossi *:
La battaglia per il controllo del Monte Lagazuoi nel cuore delle Dolomiti italiane fu una delle campagne più straordinarie durante la Prima Guerra Mondiale. La vetta, simile ad una fortezza, era stata trasformata in una guarnigione dall'esercito austro-ungarico mentre gli italiani avevano trovato riparo al di sotto di una sporgenza nelle rocce. Gli italiani avevano deciso di scavare un tunnel nella montagna per sbucare proprio al di sotto della roccaforte austriaca, riempire il tunnel con esplosivi e far saltare il nemico in aria. Ma nello stesso tempo anche gli austriaci stavano scavando un tunnel con l'intenzione di far crollare il cornicione sull'accampamento italiano, schiacciandoli sotto le rocce. Mentre i soldati si combattevano sulla vetta battuta dal vento e dal freddo glaciale è a volte a distanza molto ravvicinata - , entrambi gli eserciti organizzarono in gran segreto massicce campagne logistiche sulle rispettive fiancate della montagna. Topografi, ingegneri, artificieri venivano chiamati a consiglio e tonnellate di materiale per le costruzioni oltre a cibo, vestiario e munizioni venivano trasportate a piedi su per i passi. Gli scavi procedevano ad un ritmo forsennato, costringendo gli uomini a disperdere grandi quantità di detriti durante la notte. Nel frattempo, piccoli gruppi di soldati di entrambi gli eserciti sferravano attacchi dai piccoli promontori e dalle sporgenze rocciose, compiendo incredibili prodezze, arrampicandosi in dei punti inaccessibili e calandosi da pareti ripide carichi di granate e bombe a mano da lanciare sui nemici. La maggioranza di questi uomini non aveva mai messo piede nelle Alpi prima della Guerra; erano contadini ignoranti provenienti dalla campagna italiana, assolutamente impreparati alla Guerra nel duro clima della montagna. Slavine, bufere di neve e temporali si rivelavano più pericolosi del nemico e molti soldati morirono di congelamento. I turni di guardia erano impietosi: i soldati dovevano restare immobili nel vento che soffiava a meno 30°, in modo da non essere visti dai cecchini austriaci che si trovavano di là due passi.. Ma Ma la cosa peggiore era l'incessante scavare e trapanare nei tunnel bui e claustrofobici, sempre con la paura che tutto potesse crollare da un momento all'altro, seppellendoli vivi. La campagna, durata due anni, è vista attraverso gli occhi di due giovani soldati che si trovano sui lati opposti delle linee di fuoco. Fedele combatte per l'esercito austro-ungarico, mentre Luigi è un soldato italiano, hanno molto in comune e parlano anche la stessa lingua, l'italiano, ma la Guerra li ha trasformati da vicini in nemici. Attraverso i loro diari e le loro lettere veniamo a conoscenza delle difficoltà quotidiane, la paura e la spossatezza che hanno conosciuto in montagna. Vengono riportati anche i momenti commoventi: si salutano regolarmente durante le lunghe notate in cui montano di guardia e si scambiano provviste lanciandole nella trincea dell'amico-nemico. Stefano Illing, ingegnere e storico dilettante, nato e cresciuto a Cortina, all'ombra del Lagazuoi,è la nostra guida attraverso questa campagna militare. Essendo membro del gruppo di volontari che stanno restaurando il luogo della battaglia, Illing ha studiato gli archivi militari di entrambi gli eserciti per anni e contribuisce al film anche con la sua collezione con fotografie rare, bollettini e testimonianze da lui raccolte. Il documentario comprende anche filmati d'archivio, CGI e re-enactments nella vasta rete di trincee e tunnel del Lagazuoi, grazie anche all'aiuto delle Guide Alpine di Cortina, dell'Esercito Italiano.

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