Sinossi *: Immaginate di avere un circuito di moto GP o di Formula 1 accanto a casa, a Modena, e che sia sufficiente arrampicarsi su un muro o provare a scavalcarlo per incontrare in carne ed ossa i piloti e i vostri campioni... Il docufilm narra quella che fu la “piazza” di prova, di gara, di socializzazione e di mostra degli sviluppi tecnici tra gli anni 50 e gli anni 70: l'Aerautodromo di Modena. Un luogo spettacolare, a pochi passi dalla Ghirlandina, strano e unico perché da ogni punto in cui si trovasse, lo spettatore poteva seguire tutta la gara. Un luogo che purtroppo non esiste più, ma del quale tanti si ricordano per averci gareggiato o per aver visto sfrecciare grandi campioni come Fangio, Ascari, Castellotti, Agostini, Villa, Pasolini, Saarinen solo per citarne alcuni. Quello che era il circuito, oggi è il parco Enzo Ferrari, negli ultimi anni meglio conosciuto come Modena Park.
L'Aerautodromo di Modena non è stato semplicemente un circuito di gare automobilistiche e motociclistiche, ma fulcro di quell'economia fatta di piccoli artigiani, di cui poi alcuni sono divenuti colossi industriali del nostro territorio che oggi chiamiamo Motor Valley. Ed è stato anche l'emblema di tanti cittadini che nel dopoguerra hanno avuto il circuito come punto di ritrovo, dove iniziative, eventi, competizioni erano valvola di sfogo e di stimolo per una città che era pronta a rinascere. Negli occhi di tanti ragazzini è nata la passione, la voglia di competere, di costruire e di innovare. Con “La Piccola Indianapolis” si racconta una storia corale, costruita attraverso le narrazioni di alcuni protagonisti, durata un quarto di secolo, e incentrata sul mondo delle corse a due ruote perché era proprio qui a Modena che ogni anno a marzo ripartiva tutto con la prima data della stagione motociclistica, un appuntamento mondiale.