Sinossi *:
Il documentario evidenzia il lato ludico dell’insegnamento, attraverso laboratori sulla manipolazione e la reinvenzione degli oggetti quotidiani.
A partire dalle prime inquadrature, il video indaga la relazione fra i bambini e l’arte contemporanea, sottolineando le diverse tonalità emotive, dallo stupore alle intuizioni più vivaci con cui si avvicinano alle opere e suggeriscono mille letture possibili.
Il piacere del gioco e della scoperta, veri protagonisti del racconto, sono altrettanto forti negli adulti che, “sporcandosi le mani” fra colle, stoffe e oggetti riciclati, imparano a “non buttare mai via i vecchi fornelli” perché potrebbero essere utili per raccontare nuove storie.
Muovendosi con discrezione nel microcosmo della classe, la telecamera segue le diverse azioni dei bambini, cogliendo tanto i frammenti di una conversazione su come trasformare i sentimenti in immagini (“con i colori accesi si fa l’amore, con quelli spenti si fa l’odio”), quanto lo sforzo di concentrazione durante una lezione di canto nel dialetto locale.
Oltrepassando i confini scolastici, il racconto scende in strada per abbracciare la città, le persone, i monumenti e la memoria storica. Qui due piccoli inviati interrogano i passanti sul significato della parola “Arte”, rivolgendo agli adulti la stessa domanda che a loro era stata posta in apertura del video.
L’obiettivo è stato quello di far uscire l’arte dai luoghi deputati e portarla nel tessuto sociale, dove possa crescere e interagire con la struttura urbana e i suoi abitanti.



ULTIME NOTIZIE