Sinossi *: Le strade percorse un’estate di quarant’anni fa da un Pier Paolo Pasolini armato di cinepresa e microfono alla ricerca della verità degli italiani sul sesso e sull’amore, quelle strade non sono più le stesse. Lo sappiamo bene. Da tempo l’Italia non è più quel Paese ingenuo e vitale (perché innocente non lo è mai stato). Non solo la nostra gente non si schermisce più alla vista della macchina da presa, ma, al contrario, l’atteggiamento scafato che tutti noi assumiamo di fronte ad essa appartiene a un modello di comportamento incarnato nei riflessi della nostra vita quotidiana: recitiamo la parte di noi stessi, sempre e comunque, di fronte a un intervistatore così come di fronte a un qualunque interlocutore. E questo dà ancora una volta ragione alle profezie di Pasolini. Eppure la rappresentazione dell’amore, il racconto pubblico delle relazioni intime che le italiane e gli italiani offrono, risulta ancora balbettante, sfasato e in parte ambiguo. Nonostante in questi quarant’anni si sia quasi definitivamente allentata la morsa stringente del moralismo cattolico e l’amore, in qualsiasi sua forma, non sia più oggetto di scandalo, tranne, forse, che nella forma del ‘vero amore’. All’uscita di una scuola del centro di Milano, o su una spiaggia toscana, come nella piazza del family day, i giovani italiani si confrontano sì apertamente su temi come fedeltà e tradimento, concepimento e contraccezione, coppie di fatto e unità familiare, inibizioni e varietà delle pratiche sessuali, ma lo fanno non senza un certo imbarazzo, quasi trattenuti da una riserva, un non detto, forse da un desiderio inesaudito. Così, alla fine del nostro viaggio, sentiamo che qualcosa manca, qualcosa che abbiamo l’impressione di aver perso lungo la strada, giù lungo un viadotto di questo nostro Paese stremato, devastato dalle fiamme e fiaccato dal peso di una storia vissuta troppe volte dal lato sbagliato. In piena estate, nel cuore della stagione della nudi tà dei corpi, quando ormai niente ci scandalizza e ogni cosa sembra alla portata della nostra indifferenza, una domanda ci rincorre nelle voci dei tanti uomini e donne che ci hanno parlato d’amore e di sesso: siamo ancora capaci di bruciare forte, come i boschi di pini marittimi appesi alle scogliere delle coste del sud devastate dagli incendi? Riusciamo ancora a struggerci e a farci distruggere dall’amore?