Sinossi *:
Il pianeta Terra muore e una bambina intraprende un’avventura in tre tempi: la fuga in una capsula spaziale, l’approdo a un’isola lontana dove entra in contatto con un’Eremita che venera gli alberi e diventa adulta e, infine, l’incontro con due pellegrini che negli anni della maturità contribuiranno a sviluppare in lei interrogativi profondi sullo stare al mondo e sulla relazione con l’alterità. Una meditazione tra fantascienza, spiritualità ed ecologia sul nostro rapporto con la materia e con il tempo e sulle ragioni del disastro ambientale che stiamo vivendo. Se l’isola, a differenza della Terra, sopravvive è forse perché la abitano creature come i pellegrini che ignorano l’idea di attaccamento e di condizionamento e credono che siamo parte di un tutto: “Crollarono in un solo istante le barriere conosciute da bambina. Crollarono ancora, e ancora. Qui ero, eternamente, Nessuna. Nessuna sull’isola”. Attingendo dai dialoghi tra David Bohm e Jiddu Krishnamurti, il film è un viaggio della coscienza in un paesaggio autunnale dove risuona il canto degli uccelli e i confini tra umano e non umano si dissolvono: “Tu sei lo spazio in cui tutte le esperienze accadono. Ma non sei Nessuna, nessuna di quelle. Ci perdemmo. Nessuna distanza tra me e te. Nessun Me e nessun Te.”



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