Note di regia del film "Agente Matrimoniale"
Un giorno una mia amica siciliana, architetto di trentacinque anni dalla brillantissima carriera trasferita a Milano da dieci, stanca dei rapporti insoddisfacenti e inconcludenti che aveva fin lì aveva intrattenuto con gli uomini, aveva deciso di rivolgersi a un’agenzia matrimoniale. - ... così dico come lo voglio e non perdo tempo in incontri sbagliati... - Ero allibito: l’idea stessa dell’agenzia matrimoniale evocava in me zitelle irrimediabili, anziani vedovi, giovani frustrati e complessati, insomma, un campionario di esseri umani che non poteva avere i requisiti necessari ai miei bisogni. - ... ti sbagli, non sai com’è cambiato il panorama delle agenzie matrimoniali. - ha aggiunto lei. - ... oggi le nuove solitudini, provocate perlopiù da carriere che ingoiano quasi tutto il tempo e l’energia, trovano rimedio attraverso supporti sociali, quali appunto agenzie, speed date, chat line, ci si incontrano un sacco di fichi...
In effetti l’essere “single”, questa caratteristica tanto diffusa nella mia generazione, viene perlopiù percepito come il risultato egoista-individualista del privilegio economico di cui questa obbiettivamente gode, ma poteva in realtà non essere del tutto il risultato di una scelta, poteva avere un risvolto nascosto e faticoso di impossibilità materiale a dedicare tempo e attenzione alla ricerca di un partner col quale condividere la vita. Insomma, poteva non essere fino in fondo una scelta da “fichi”.
E’ questa la genesi di
Agente Matrimoniale. Alla quale va aggiunta la mia passione per la commedia all’italiana affondata nella regionalità, nella cultura popolare, ricca di personaggi di contorno succosi e caratteristici, capace di raccontare verità a volte scomode a volte amare con ironia e disincanto.
Avevo a cuore anche un altro problema ricorrente e dominante nelle famiglie medio-borghesi del Sud: il bisogno di trasferirsi al Nord, di emigrare per cimentarsi ed affermarsi nelle professioni che al Sud non trovano impiego. Sapevo per esperienza diretta la portata di angoscia e ansia da fallimento che tale scelta comportava: il dover “riprecipitare” giù sconfitti.
Così ho scritto la storia di questo ragazzo siciliano emigrato per ragioni professionali al Nord, che la crisi costringe appunto, in apertura di film, a “riprecipitare” a Sud, complice anche la proposta che è venuto a fargli un semi-parente, milanese emigrato in Sicilia da anni, imbroglione e disincantato. Questi gli propone di lavorare con sè in un’agenzia matrimoniale dalla quale potrebbero ricavare buoni risultati utilizzando illecitamente un sistema da lui stesso inventato detto Cyrano, che altro non è che rivelare a uno dei partner, quello più “debole”, le aspettative e i desideri dell’altro, e di aiutarlo a conformarsi a questi. Naturamente all’insaputa del titolare e dietro lauto compenso in nero. Il sistema ovviamente funziona, quasi a dimostrare che in amore, come in molte altre cose della vita, preferiamo credere all’apparenza, a bugie gratificanti, proporci per quello che non siamo. Ci accontentiamo di deboli segnali che tendiamo a enfatizzare piuttosto che guardare con crudezza in faccia la realtà, la verità. Anche se poi, in un modo o nell’altro, la verità emerge, e sommerge ogni finzione.
Agente Matrimoniale, con i toni di commedia, vuole parlare di tutto questo.
Christian Bisceglia