VITTORIO CARATOZZOLO - Un filmmaker che usa
l'audiovisivo come strumento didattico
Come inizia la tua "carriera" di filmmakers?
Vittorio Caratozzolo: Salvo qualche cortometraggio realizzato da/con alcune classi della scuola secondaria di 1° grado "Giacomo Bresadola" di Trento negli anni precedenti, è stato durante il terribile lockdown del 2020-21 che ho iniziato a utilizzare l'audiovisivo come oggetto e strumento di lavoro didattico, sia formativo, sia espressivo-artistico. «Industria chimica vs COVID-19» e «Ode al clima», insieme a «Happy Anniversary, dear Dante!», realizzati durante la fase di "didattica a distanza", sono stati i nostri primi lavori. Ho presentato i primi due ad alcuni festival cinematografici nazionali e internazionali e poi, dopo i primi inattesi ma graditissimi successi, ho continuato a farli conoscere nei cinque continenti, con risultati straordinari. Fino al loro esodo verso le scuole secondarie di 2° grado, con gli alunni e le alunne della classe 1 A (2021-22) ho allora proseguito a includere l'attività cinematografica nella programmazione didattica, realizzando altri corti tuttora in circolazione e premiati in tutto il mondo.
Le tue opere quasi tutte realizzate con gli studenti le scuole, come lavori con loro?
Vittorio Caratozzolo: Ogni gruppo ha un'indole collettiva che varia molto da triennio a triennio. Le dinamiche relazionali sono determinate da molti fattori e il lockdown di certo ha avuto effetti negativi sulla serenità necessaria per svolgere attività didattiche. Con l'ultima classe che ho avuto il piacere di seguire dalla prima alla terza (2021-2024), tuttavia, si è via via formata una coscienza espressiva, variegata ma intensa, in ogni componente della classe, che ha favorito la creazione di notevoli opere scritte (poesie, racconti, testi teatrali, sceneggiature) e cinematografiche, fonte di gioia e autostima per tutti/e. Alunni e alunne hanno lavorato in classe, a casa, a gruppi, a coppie o individualmente, come si suol fare durante le attività didattiche tradizionali. Qualcuno si è impegnato di più, qualcuno di meno, ma i risultati sono stati positivi e memorabili.
Nei tuoi cortometraggi tratti varie tematiche, ci puoi spiegare come le scegli e come ti approcci all'argomento?
Vittorio Caratozzolo: Quasi tutti i soggetti sono emersi durante le attività didattiche. Di solito ne sceglievo uno e lo proponevo al gruppo, per sommi capi, per verificarne l'eventuale interesse a trattarlo sotto forma di sceneggiatura e quindi di testo audiovisivo. Spesso attori e attrici hanno recitato in modo intuitivo, non di rado proponendo personali variazioni e interpretazioni del soggetto. L'elemento "budget" è stato un costante parametro di riferimento, per stabilire cosa e come concretamente si potesse realizzare un film, con risorse economiche e materiali pari a zero. Soprattutto nell'ultimo mese di scuola la classe si è cimentata con un approccio caro ai pittori: piazzare il cavalletto davanti a un'opera famosa e copiarla. La 3 A (2023-24) lo ha fatto con i primi quindici minuti di «C'era una volta il West» di Leone, utilizzando i tablet per osservare e studiare le diverse scene del film originale, durante le riprese con la nostra Sony scolastica e ovviamente escogitando soluzioni per l'ambientazione, i costumi, ecc. .
I cortometraggi che hai realizzato, hanno vinto tanti premi in tutti i festival del mondo, te l'aspettavi?
Vittorio Caratozzolo: Onestamente, no... Ma, trattandosi di un gioco, il gioco del cinema, ci siamo messi... in gioco e non ci siamo demoralizzati per le migliaia di "not selected" ricevute, ben contenti viceversa delle centinaia di "selected" attribuiteci (al 19 dicembre 2024 sono 939: selezione ufficiale, semifinalista, finalista, nominee...), di cui quasi duecento (195, a tutt'oggi) premiate con vari tipi di award (menzione d'onore, premio speciale, ecc.).
Hai in mente di cimentarti con un lungometraggio?
Vittorio Caratozzolo: Ho molta fantasia e molti film in mente... ma ho ben compreso che senza risorse tecniche, economiche e materiali è difficile, se non impossibile, girare un lungometraggio. È un lavoro da professionisti, sia registi, sia produttori (e attori, tecnici...). Sognare, invece, non costa nulla. Spero che tra i miei ex-studenti qualcuno nei prossimi anni sia colto dal fuoco creativo e si dedichi con passione all'arte della scrittura: poesia, prosa, teatro, cinema... per loro i sogni più facilmente potrebbero diventare realtà.
19/12/2024, 16:41