Comunicato di Sandro Petraglia e Stefano Rulli
dei "Centoautori" al Pesaro Film Festival
A chi ci chiede che scuola di cinema abbiamo frequentato nella nostra giovinezza, ci viene spontaneo rispondere la Mostra del Nuovo Cinema di Pesaro. Perchè proprio lì, nelle stanze dell’Ufficio Documentazione coordinato da Adriano Aprà, all’inizio degli anni settanta abbiamo appreso l’esistenza di altre cinematografie e di altri modi di fare cinema. Ma soprattutto a Pesaro abbiamo conosciuto artisti di tutto il mondo che pensavano ai film realizzati non solo come segno della propria creatività individuale ma anche come parte di una battaglia culturale e politica più ampia. Sono passati trent’anni da quell’esperienza “formativa”, eppure oggi come allora pensiamo non basti fare dei buoni film per creare un buon cinema. Un buon cinema non è infatti soltanto somma di tante storie più o meno belle ma anche espressione di una comunità di artisti che si misurano con un immaginario collettivo condiviso per ritrovare in esso, al di là delle differenze stilistiche, un comun denominatore per i propri sogni e le proprie speranze. Il movimento dei Centoautori è forse il primo tentativo, da molto tempo a questa parte, di fare cinema in questo modo, dando forma a una riflessione comune sulle storie possibili e sulle leggi necessarie per garantire il diritto del pubblico italiano a film diversi tra loro per contenuti e forme. Il fatto che in pochi mesi il gruppo iniziale di una trentina di persone si sia trasformato in un movimento assai più ampio, in grado di coinvolgere trasversalmente assieme a registi e sceneggiatori tutte le altre categorie, è forse il segno di un bisogno tutto nuovo di ripensare il ruolo del cinema e più in generale della cultura nello sviluppo complessivo del nostro paese.
Sandro Petraglia e
Stefano Rulli per
Centoautori28/06/2007