Descrizione: Un secondo di un film, 24 fotogrammi, 24 storie che gravitano intorno al cinema. 24 storie che parlano di geni, registi per caso, filosofi del cinema, tecnici della cinepresa, ma anche di ognuno di noi.
“non esiste la verità esistono solo storie” (Jim Harrison) è una citazione su cui si basa l’idea del libro.
Questo libro è un gioco sottile, ironico, grottesco e affabulante sul concetto di identità; chi sono veramente Ingmar Bergman, Alfred Hitchcock, Akira Kurosawa, Klaus Kinski? Fuori dalla rappresentazione mediatica hanno necessità, paure, solitudine, speranze e problemi come tutti. L’occhio di Clerici ci fa assaporare questa sensazione del tocco, una “conoscenza” per aneddoti, una somiglianza con le vite di ognuno di noi. E’ un gioco che rapina il biografico per fini illeciti (o comunque falsificatori) ma giustificati dall’essenza della letteratura: un soggetto che inventa, nota, manipola, scarnifica e generalmente controlla uno stato di fatti e personaggi.
Forse tutti hanno sempre immaginato Ingmar Bergman poco spiritoso, serio, glaciale e minimale come si desume dai suoi film, mentre lui invece ha una vita intima e segreta con il suo umorismo. Lo cura e lo nasconde come se fosse la fine del suo cinema, i suoi confini, le sue speranze.
Klaus Kinski, per molti che l’hanno conosciuto, era un attore irascibile, terrorizzante, dolce, a volte sembra avesse diverse personalità ma quando doveva aiutare il suo amico/nemico Werner Herzog a finire un film, che era soprattutto il suo film, diventava quel che voleva, si trasformava in un dottore integerrimo e permaloso che sapeva domare qualsiasi tipo di autorità.
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