Fondazione Fare Cinema
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locandina di "Maps"

Maps


Regia: Novella Spanò, Piergiorgio Scuteri
Anno di produzione: 2012
Durata: 40'
Tipologia: documentario
Genere: sociale
Paese: Italia
Produzione: STUDIOL1
Distributore: n.d.
Data di uscita:
Formato di ripresa: HDV e Mini DV
Camera: Canon 7D e Canon HV30
Sistema di montaggio: Final Cut Pro
Formato di proiezione: File Mov. e DVD, colore
Titolo originale: Maps

Sinossi: Due storie, Imran, Sunnita Pashun e Karim, Shiita Hazara, giunti nel nostro paese, l’uno fuggito da un destino di predatore, l’altro da quello di preda.
I migranti afghani iniziano il loro viaggio, una sorta di roulette russa, un vera allucinazione apocalittica che dura 4.900 km, sapendo che giunti a Roma dovranno recarsi presso la stazione Ostiense e cercare “la buca”. La buca è il posto dove per anni i ragazzi afghani, di qualunque etnia, si sono ritrovati, giunti in Italia, per organizzare la propria libertà, per decifrare le regole del nuovo mondo. Dalla buca ognuno tenta di risalire.
Imran e Karim ce l’hanno fatta: hanno un lavoro, una casa, degli amici.
Il documentario raccoglie la loro testimonianza, emblemi di una storia che va a buon fine, contro altre senza via d’uscita. Il loro orgoglio li spinge ogni giorno a tentare una strada, per non perdere la loro condizione di esseri umani. Abbiamo tentato di restituire la profondità ed il senso della loro esperienza, fuori dal coro della denuncia a tutti i costi. Come dice Karim nel suo italiano ancora stentato “..la vita esta dolce..”. Imram e Karim di questa dolcezza, tracciata come una cicatrice sulle mappe di un viaggio universale, sono limpidi testimoni.
Immagini amatoriali, girate con i cellulari, riprese dagli afghani stessi o da persone che casualmente hanno assistito a scene di ordinaria disperazione lungo il percorso di questo viaggio, costituiscono il corpo narrativo utile a trasmetterne il senso di vuoto in cui si trova il migrante, il clandestino, in balia della confusione e dell’avidità.
Poi c’è Roma, in tutta la sua antica bellezza, desiderata ed ostinatamente conquistata da Karim; la detenzione nei CIE, il lavoro che libera dalla paura, il sogno di rivedere i volti della propria famiglia, l’aiuto delle associazioni di volontariato.
Quel che resta sono due persone che arrivate a Roma hanno preso il bus 175 che da Termini li portava ad Ostiense, verso la “buca”, una sorta di rifugio dove riposarsi e riscoprire, giorno dopo giorno, di essere ancora vivi.

Sito Web: http://

Ambientazione: Roma

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