Sinossi *: Due storie, Imran, Sunnita Pashun e Karim, Shiita Hazara, giunti nel nostro paese, l’uno fuggito da un destino di predatore, l’altro da quello di preda.
I migranti afghani iniziano il loro viaggio, una sorta di roulette russa, un vera allucinazione apocalittica che dura 4.900 km, sapendo che giunti a Roma dovranno recarsi presso la stazione Ostiense e cercare “la buca”. La buca è il posto dove per anni i ragazzi afghani, di qualunque etnia, si sono ritrovati, giunti in Italia, per organizzare la propria libertà, per decifrare le regole del nuovo mondo. Dalla buca ognuno tenta di risalire.
Imran e Karim ce l’hanno fatta: hanno un lavoro, una casa, degli amici.
Il documentario raccoglie la loro testimonianza, emblemi di una storia che va a buon fine, contro altre senza via d’uscita. Il loro orgoglio li spinge ogni giorno a tentare una strada, per non perdere la loro condizione di esseri umani. Abbiamo tentato di restituire la profondità ed il senso della loro esperienza, fuori dal coro della denuncia a tutti i costi. Come dice Karim nel suo italiano ancora stentato “..la vita esta dolce..”. Imram e Karim di questa dolcezza, tracciata come una cicatrice sulle mappe di un viaggio universale, sono limpidi testimoni.
Immagini amatoriali, girate con i cellulari, riprese dagli afghani stessi o da persone che casualmente hanno assistito a scene di ordinaria disperazione lungo il percorso di questo viaggio, costituiscono il corpo narrativo utile a trasmetterne il senso di vuoto in cui si trova il migrante, il clandestino, in balia della confusione e dell’avidità.
Poi c’è Roma, in tutta la sua antica bellezza, desiderata ed ostinatamente conquistata da Karim; la detenzione nei CIE, il lavoro che libera dalla paura, il sogno di rivedere i volti della propria famiglia, l’aiuto delle associazioni di volontariato.
Quel che resta sono due persone che arrivate a Roma hanno preso il bus 175 che da Termini li portava ad Ostiense, verso la “buca”, una sorta di rifugio dove riposarsi e riscoprire, giorno dopo giorno, di essere ancora vivi.