Sinossi *: Appena cominciata l'estate, un circo viaggia alla deriva nel sertao. Non possiede mezzi di locomozione e di volta in volta noleggia un camion per trasportare ciò che rimane della tenda (che è già stata pezzata in più punti e con più colori). Attraverso quei buchi le nuvole preannunciano un'estate piovosa. Arriverà nel sertao qualcosa che non s'era mai visto... che scomparirà così com'è arrivato, annunciato solo dalla radio: unico mezzo a disposizione in tanto isolamento. Dopo un primo annuncio funebre che accomiata la comunità da un tizio di Cicero Dantas, la radio parla di un nuovo arrivo: "da Lagarto arriva con la pioggia il circo Cascatinha. Con la pioggia o con il sole ci presenta le sue attrazioni ."
Il giorno seguente arriva una bicicletta cavalcata da un uomo con la valigia, è il pagliaccio Bule bule. Egli percorre in media 70-80 Km per raggiungere il circo, lasciando la sua casa di Poco Velho, ogni volta che il capocirco lo invita a prestigiare il suo spettacolo. Bule bule è molto conosciuto nella regione sertaneja tra Bahia e Sergipe, tutti ricordano le sue battute. A casa lascia una figlia con una paralisi cerebrale. Bule bule è seguito dal Carlo Show "o magico" e famiglia che invece viaggiano su un vecchio furgone armato di altoparlanti. Ci raccontano dell'epico viaggio per la caatinga1: scivolate, spinte, insabbiamenti. Sotto al tendone invece c'è il capocirco Cascatinha con la moglie dona Dilma , "la donna che non cresce": allevano una prole di due bimbe e un bimbo. Figli di chissachì oppure arrivati sotto il tendone in affidamento: Mateus due anni, un miniartista e la sorellina Ninha di otto mesi. Edivanilma invece ha sei anni ed è loro figlia: si esibisce come ballerina durante gli intervalli. Infine due fratelli quasi ventenni: l'uomo dal mento d'acciaio-Jocemì, e la danzatrice-Jocielma che si sono aggregati durante una sosta del circo nel loro paese natale di Itabaninha. In una posizione più ambigua invece è la ragazza Livia, la rumbeira. Abbandonata dalla madre ritenuta pazza e morto il padre preferisce la vita dei circensi ad una dolorosa vita di periferia: facce strane, tutte "rigorosamente" sdentate, di una bellezza un po' disarmante, pelle di ebano di un padre indigeno. Questo è l'ombelico del mondo.