Sinossi *:
Mi allontano dalla terra, dai luoghi ben conosciuti, dalle forme, dalla stesso impianto prospettico. Una voce mi insegue, forse la mia, forse quella di un paese. Arrivo in Burkina Faso, vago per le sue città, cerco di colmare il mio distacco dalle cose, dalla gente, di fermare i miei sensi, per vedere. Ma la rigidità delle differenze culturali e delle sue corruzioni, la sconosciuta schizzofrenia dei luoghi, mi imprigionano conducendomi ad uno stallo mentale che si trasforma in malattia, in allucinazione. Lentamente mi disintossico e accompagno Dario, uno dei miei compagni di percorso, in un villaggio del sud. Inizio ad aprire gli occhi e a rendermi conto di ciò che è celato in profondità, e nello stesso istante non vedo più l'uomo che mi sta davanti: le voci si confondono, le mie immagini si frantumano. La storia, la rivoluzione, il movimento di un paese, il suo pensiero, il monolite della tomba deserta di Thomas Sankara. Scappo dall'inferno di Ouagadougou, verso il nord, supero la tempesta e tutto diventa rarefatto. Incontro allora l'essere umano, ne sento la morte della sua storia, della sua politica, ne sfioro la calma sabbia del deserto.

NOTIZIE 'Même Père Même Mère'



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