Sinossi *:
Si può osservare la città e il suo cambiamento dall’oblò di una lavatrice ad acqua? È quello che fa Filippo Maria Cariglia, nei sette racconti che compongono Memorie di una lavanderia ad acqua, nei quali è narrata l’evoluzione recente di un quartiere della città di Lecce, con la realtà dei personaggi che lo popolano, le loro vite e le storie che ne costituiscono la materia mutevole. Piccole ossessioni si trasformano in giri verbali che fanno prendere il largo e dispiegano un mondo in cui il lettore impara a muoversi apprendendo un codice, prendendo dimestichezza con le abitudini dei clienti della lavanderia, che condividono strade e luoghi del quartiere che cambia.
La lavanderia è un luogo che plasma e allo stesso tempo viene plasmato dagli incontri, è un caleidoscopio di caratteri, tra amici “di spessore”, semplici avventori, coppie che si giurano amore eterno e “santi” che non sono quello che sembrano, tutti provenienti da ogni parte del mondo e appartenenti a ogni ceto sociale. Così la lavanderia in alcuni momenti somiglia a un porto, in altri è un rifugio. Un luogo da cui spiccare il volo o un posto dove nascondersi per leccare le proprie ferite, un punto di partenza per nuovi propositi, tra un lavaggio e una stiratura acrobatica, il tutto nel ritmo ciclico delle macchine lavatrici.

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