Sinossi *:
1923. Mussolini ha un’intuizione: dal borgo di case sparse in cui è nato inventa la città-simbolo del “culto del Capo”.
2006. Predappio. E’ passato quasi un secolo e una guerra mondiale, eppure Benito vive ancora nella sua terra... naturalmente qualcosa è cambiato.
La Predappio del 2006 rivela un’anima variegata, contraddittoria, ma anche divertente. Con un’architettura tipicamente fascista e la salma di Mussolini sepolta nel suo cimitero, per i molti ‘nostalgici’, rappresenta ancora un sorta di Mecca Santa.
Andando oltre, sarà possibile incontrare un sindaco di sinistra che si prodiga per il suo paese, collezionisti di oggetti, business man del Duce o i simpatici abitanti. Al Predappio Souvenir troverete il profumo di Mussolini dal nome colorito di Nostalgia o i suoi calendari che vendono più di quelli delle top model. Questi sono solo alcuni dei retroscena ironico-perversi (soprattutto ironici, considerando i personaggi) di questo Paese famoso, da sempre “rosso” e da sempre “casa del duce”. Una sfilata di idee e volti bizzarri per un Personaggio che continua a venir re-inventato dal caldo temperamento romagnolo, quasi non avesse mai smesso di essere “Benito, El Mat” di Predappio.



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