Conferenza Stampa (Roma, 18/10/2006): La Sconosciuta
Parlando con Callisto Cossu, che è di Trieste, ha riscontrato una aria Hitchcochiana nella messa in scena. Per lui è stato difficile riconoscere la sua città.
Giuseppe Tornatore: La scelta di partenza è stata che la città della storia dovesse essere immaginaria. Volevo non far identificare la città, perchè non c'entrava nulla con la storia. Così ho trasfigurato Trieste. A volte una scena del film lega due ambienti completamente diversi della città. Ho trasfigurato il palcoscenico realistico della città.
Mentre girava aveva detto di voler fare un film Mitteleuropeo. Come è nato l'equilibrio tra un'ambientazione insolita come quella di Trieste ed una storia che è quasi mediterranea? Come ha scelto il cast?
Giuseppe Tornatore: Il DNA della storia nasce da una suggestione, dopo aver letto un fatto di cronaca ove una donna con il marito faceva figli per poi rivenderli. La mediterraneità è data proprio da questa vicenda. Lo stile del racconto mi ha portato ha scegliere il registro del mistero non di denuncia. Il film di denuncia oggi non ha più senso con tutti i mezzi di telecomunicazione che ci circondano. Così poi ho scelto di seguito il luogo e l'ambiente. Volevo che il cast raffigurasse il senso della storia. Mi serviva una attrice sconosciuta, contornata da un cast di conosciuti. Non è stato difficile trovare la protagonista (n.d.r. Ksenia Rappoport). Tutto il cast ha deciso di interpretare il film molto volentieri.
Riguardo ai personaggi scomodi, è stato difficile per lei, signor Placido, interpretare la sua parte?
Michele Placido: A volte ci dimentichiamo dei nostri grandi registi, come Tornatore. Quando mi ha chiamato per la parte mi aveva subito detto che il personaggio era scomodo. Però ho subito pensato che se viene diretto da lui sarà straordinario. Sapevo quello che voleva del personaggio ed ho letto solo le mie parti del copione. Lavorando con Giuseppe ho imparato anche questa volta qualcosa.
E' stato difficile per lei, signora Rappoport, fare un personaggio che può provenire veramente dal suo paese e che emozione ha provato ad interpretarlo?
Kseniya Rappoport: Chiedo scusa per il mio italiano. Anche io ho detto sì a Tornatore prima di leggere la sceneggiatura, perchè non era tradotta in russo ed io non parlavo ancora italiano. Sapevo solo che volevo lavorare con questo grande regista. La storia è dura e tragica. La maggior parte delle comparse erano ucraine e da loro ho ascoltato tante storie dure, ma nessuna paragonabile a questa. Questa parte è stata difficile. Speravo che Giuseppe non rimanesse deluso dalle sue aspettative su di me, perchè non mi ha mai visto recitare a teatro e nessun mio film precedente, quindi avevo paura fosse scontento di me.
Questo film è duro, violento, sporco, molto diverso dai suoi film precedenti. Come mai ha scelto questo registro? A cosa si è ispirato, cronaca a parte?
Giuseppe Tornatore: E' un film diverso. Anche il mio primo film (
1985, "Il Camorrista" con Ben Gazzara, Laura del Sol, Lino Troisi, Leo Gullotta, Nicola Di Pinto e Franco Interlenghi)era molto duro, quindi il genere non mi è estraneo. E' che poi non l'ho fatto più. La storia imponeva questo. Mi sono divertito a raccontare una storia che si è poi sviluppata da sola. Ci ho pensato molto a questo film e poi l'ho fatto senza angoscia. Nella scelta del clima e stile non mi sono mai ispirato ad altri film o registri. Uno fa le cose di cui si è nutrito. La scena della forbiciata non è tarantiniana, come mi hanno detto sul set. Ho raccontato solo la mia storia. Le scene più difficili sono state quelle con la bambina. Ne avevo già fatte in passato, ma qui era più difficile. Per fortuna ho trovato una bambina inteligente con dei grandi genitori, che l'hanno sostenuta e mi hanno fatto lavorare bene.
Come si è trovato nel personaggio e che maquillage ha fatto? E' stato difficile interpretare questa parte?
Michele Placido: Il personaggio è iniziato con tornatore, che mi ha detto di tagliare un giorno i capelli, il giorno successivo le sopracciglia ed infine mi ha fatto depilare. Ho cambiato pelle! E' difficile che un regista italiano lo faccia. La mia compagna quando mi ha visto mi ha detto: "sei un altra persona!". Pensare che si è rinnovato anche il nostro rapporto sessuale!
Come è il suo personaggio, signora Esposti?
Piera Degli Esposti: Gina è contenta e paga della sua vita. Poi la sua vita finisce drammaticamente. Ad una certa età si tende a fermare il tempo. Io vorrei che si parlasse del talento. Questa è stata una prova di talento. Ho fatto fatica, ma Tornatora mi ha dato forza e gioia.
Come mai nella prima parte del film è cattivo con il pubblico e gli italiani? Ci fa vedere come puttanieri ed intolleranti e poi alla fine mostra la nostra bontà...
Giuseppe Tornatore: Non è stata la strada percorsa quella di finire con una carezza. Ho descritto l'abitudine del nostro tempo di far gestire i propri affetti dagli altri. Il contorno violento ha reso i sentimenti semplici. L'investimento affettivo che il personaggio esercita non va nel nulla, ma ha il suo corso nel finale che è il risultato di tutta la storia e non quella di dare una "pezza calda" allo spettatore. non mi sono importato della denuncia, ma delle coordinate di ciò che volevo raccontare. Irena, che non è mai in orario con gli appuntamenti della femminilità, nel finale viene riabilitata con l'unico atto d'amore che è riuscito a portare a termine.
Sentiamo anche Morricone e gli altri attori del cast...
Ennio Morricone: Sono sempre stato molto preoccupato dal mio rapporto con i registi, perchè questi possono controllare tutto tranne la musica, che non si può raccontare. Credo che con questo film abbia risolto questo problema. Ci sono state tre sezioni di registrazione La prima con il tema della "ninna nanna" orchestrata ed il tema della "fragole". La terza è quella normale, dove si registra la musica, quella di routine. La seconda è stata la più importante, perchè ho dato a Tornatore il compito di agire indipendentemente, ma pur sempre insieme a me. Questa registrazione è stata fatta in vari spezzoni caratteristici ed omologhi insieme. Tornatore aveva la libertà di agire e se l'è giostrata bene con la mia vicina vicinanza. Sono soddisfatto per le musiche e per le scelte del regista. E' stata dura, ma ce l'abbiamo fatta piuttosto bene.
Alessandro Haber: E' inutile che vi parli del mio ruolo. Tra amici parliamo sempre con quale regista ci piacerebbe lavorare. Uno di questi è Tornatore. Quando mi ha squillato il telefono è avvenuto un miracolo. Con lui mi sono sentito protetto. E' stato un po' come fare l'amore in modo diverso. Sul set c'era un buon calore. E' stato un viaggio fantastico!
Claudia Gerini: Mi ritengo fortunata per aver lavorato con Giuseppe. E' sempre stata una meta fare un film con lui. Mi ha offerto un ruolo con elementi interessanti.. Questa donna è un po' una vittima del destino. E' una donna sola, che cerca di lavorare e crescere una figlia. Sono stata venticinque giorni sul set, ma mi sono sembrati venticinque minuti da quanto è stato bello. Con Clara c'è stata una bella sintonia, anche grazie a Giuseppe.
Clara Dossena: A me è piaciuto molto questo film. E' stato difficile ma mi è piaciuto. Ho sei anni e quando ho girato il film ne avevo cinque!
Pierfrancesco Favino: Quando Tornatore mi ha chiamato per il film ero fuori Italia. Ho ricevuto una telefonata da Giuseppe e sono corso subito a Trieste e mi ha detto: "voglio fare un film, ma non penso a te". Da li abbiamo iniziato la cosa. Ho interpretato il ruolo di un uomo senza qualità ed è stato molto difficile. Sul set ho visto la cura con cui Giuseppe lavora. E' stata una bellissima esperienza ed è un insegnamento vedere Giuseppe lavorare. Tornatore voleva anche togliere il mio personaggio dalla sceneggiatura, ma poi non l'ha fatto. E' stato molto sincero con me.
L'aria del film è quella di un grande romanzo popolare russo. Avete lavorato su un'eroina di stampo russo?
Giuseppe Tornatore: Non è stato l'approccio determinate del personaggio. Il viso e la persona di Kseniya, mi hanno fatto capire capire che ci avrebbero portati lontanissimo. Lo sforzo del personaggio per riconquistare quel pezzo di vita che le è sfuggito è molto simile all'eroine russe. Ho provato a togliere tutto quello che c'era di complicato nella storia. Ho lasciato la "porta socchiusa" alla letteratura russa.
Una cosa, il suono del film è quasi tutto in presa diretta.
Giampaolo Letta: Il film è Medusa, coprodotto con la Francia. Uscirà in più di trecento sale. Nei businnes script internazionali abbiamo chiuso molti contratti. E' il nostro terzo film con Tornatore dopo "Malena" e "La leggenda del pianista sull'oceano" e ne siamo molto soddisfatti...
18/10/2006
Simone Pinchiorri