Note di regia del film L'Esplosione
Se è già difficile definire che cos'è il Bello, definire il Brutto oggi è più facile, e dove il Brutto concretamente si realizza e raggiunge il suo scopo nasce il "mostro". L'Italia è piena di "mostri" nati dall'abuso: se la funzione del Bello fosse intanto uccidere i "mostri" come fece san Giorgio col drago?
In queste parole tratte da un libro di Raffaele La Capria si può forse riassumere il senso di questo film-documentario.
Danilo Coppe con il suo accurato lavoro, con la passione per la causa di un uso civile della dinamite (ha perfino brevettato un sistema di spegnimento degli incendi con l'esplosivo) rappresenta in qualche modo l'utopia di poter ridare ordine, di restituire la bellezza al nostro maltrattato territorio. Se lui è San Giorgio, il drago, che rappresenta tutti gli altri "mostri" sparsi per l'Italia, è il Villaggio Coppola.
L'esempio più straordinario di speculazione edilizia sul nostro territorio: un intero paese costruito tra gli anni sessanta e i novanta con la sospetta connivenza attiva e passiva di pezzi dello stato e delle amministrazioni locali che ha dato origine a numerosi processi penali.
Qui Danilo Coppe avrebbe avuto la possibilità di realizzare il record mondiale di edifici abbattuti se gli avessero permesso di demolire tutte e otto le "torri" (divenute il luogo più degradato del villaggio, nonché un simbolo per gli ambientalisti) contemporaneamente. Ma Danilo ha potuto abbatterne solo cinque. Oggi il villaggio ricorda più Beirut che un luogo dove, avere la seconda casa, era uno status symbol per la borghesia napoletana. E nella sua rapida decadenza è racchiuso il destino di tutto un modello di sviluppo edilizio che purtroppo non è ancora completamente passato di moda nel nostro paese, che oggi con le leggi "libertarie" del governo Berlusconi corre nuovi e terribili pericoli.
Come dice sempre La Capria: il degrado ambientale di un luogo porta inevitabilmente al degrado morale dei suoi abitanti.
Giovanni Piperno