Note di regia del film "Shooting Silvio"
Shooting Silvio non è un film contro Berlusconi né, in nessun modo, un film politico.
Silvio Berlusconi, come altri personaggi del film è un materiale mediatico, un link con la vita reale. Il film non prende nessuna posizione sul Presidente del Consiglio, lo assume così come lo mostrano la televisione i giornali, internet. Nessun filtro, nessun tentativo di analisi, nessuna tesi da difendere.
La speranza è quello di riproporre i chiaro scuri della vita di Berlusconi e le opinioni dei suoi detrattori in modo neutrale, equidistante, come un dato oggettivo della storia italiana di questi anni.
In realtà il legame con la macro storia, con fatti di cronaca e personaggi reali, è solo un aspetto del film per quanto il più immediato e di impatto.
Il cuore del film è altrove, nella necessità di avere dei sogni. Nel rischio di perdersi in un mondo senza valori e senza linee guida da seguire.
Shooting racconta la ricerca affannosa di un identità, di un progetto, di un percorso che dia senso al vivere ma è anche la denuncia disperata di un sistema in cui comunicare è solo apparentemente più semplice e ogni idea può essere manipolata e distorta.
Infine e soprattutto Shooting è un film sulla vita. Tutto quello che nel film accade e che porta alla morte in realtà è contro la morte, è un invito a vivere, a considerare l’importanza di essere vivi.
Il digitale e la parola shooting
Shooting vuol dire filmare, girare un film. Ed in effetti shooting è un film di fiction con un tono a metà tra il thriller, il melodramma e la commedia brillante con finale amaro. Shooting però è anche un documentario su Silvio Berlusconi realizzato con immagini di repertorio montate “alla blob”, una breve intervista ad uno dei giornalisti più scettici sul premier e un piccolo inserto di uno spettacolo teatrale di uno dei comici di levatura nazionale che ha nel proprio repertorio la satira del Presidente del Consiglio.
Shooting vuol dire anche sparare, tutto il film ruota intorno alla scelta di Kurtz di uccidere Berlusconi. Quella di Kurtz è un azione concreta e fisica nel reale, una performance. Il film può esser visto anche come documentazione della performance di Kurtz.
Al digitale si chiede di saldare queste tre anime del film (fiction, documentario e performance) di mischiare le carte, di non rendere percepibile dove finisce la fiction e inizia la realtà. Le ragioni della scelta di questo supporto sono varie: le immagini di repertorio sono girate in digitale (o altro supporto analogico). La maggiore versatilità del digitale si presta meglio a girare le scene non completamente di fiction. In generale l’estetica digitale è associata a delle immagini veritiere, da reportage.
Le riprese verranno fatte in modo coerente con gli obbiettivi da raggiungere e cioè prevalentemente a spalla, vicino a protagonisti, quasi a pedinare Kurtz. La fotografia sarà asciutta ed essenziale, le luci verranno impiegate solo quando necessarie ed in modo assolutamente realistico.
Chi è Kurtz
Kurtz è un po’zanna un po’zanni un po’ Kurtz e un po’!
zanna è il diminutivo di Zanardi il fumetto di Pazienza. Zanardi è il vuoto che lo circonda, che lo permea, solo il vuoto. Non può essere considerato un eroe ma neppure un non eroe. Sfugge a queste definizioni.
Zanni è una maschera, un antenato di Arlecchino più rozzo e più scurrile. Zanni è un contadino che ha abbandonato la campagna e vive in un posto che non è il suo. Ha sempre fame, tanta fame che è disposto a mangiare se stesso le idee e i metodi di kurtz, come quelle di Kurtz (il leggendario colonnello di Apocalypse Now), sono malsane. Ha lo stesso incubo del colonnello: strisciare, scivolare lungo il filo di un rasoio e sopravvivere.
! sta per l’amico fragile che vorresti proteggere ma non sai come, più debole e più coraggioso di te. Nel cuore e, certe volte, negli occhi ha la tristezza dei vecchi, è ingenuo come un bambino, come un bambino è mitomane e sincero. Kurtz sfugge dalle inquadrature è imprendibile, inafferrabile, l’operatore farà fatica a scoprire di che colore ha gli occhi. Potrebbe essere chiunque eppure è unico.