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Note di regia del documentario "Crisalidi"


Note di regia del documentario
Una scena del documentario "Crisalidi"
"Crisalidi" nasce per riflettere sull’importanza che viene data al corpo in adolescenza; lavorando lo scorso anno con un gruppo di attori di sedici anni, per il film “Come Prima”, ho avvertito un forte distacco tra l’adolescente comune e i suoi coetanei con handicap fisici, psichici o sensoriali. Il mondo della disabilità è percepito come altro da sé e i sentimenti che ne derivano sono spesso di pietà, compassione, ansia o senso di impotenza.
Il corpo è il protagonista di questo film come principale strumento per il contatto con gli altri, un corpo mutevole, che in adolescenza si modifica naturalmente in modo incontrollato o che a volte, per qualche strano “corto circuito”, si trasforma accentuando certe diversità. Anche se nel primo caso sembra più facile accettare il cambiamento, perché riguarda tutti indiscriminatamente, in realtà ci sono degli elementi comuni che avvicinano la naturale metamorfosi di tutti gli adolescenti a quella più sofferta, provocata da incidenti o malattie, che riguarda solo una parte di loro.
Tra i ragazzi intervistati c’è Federico, un diciannovenne affetto da Atassia di Friedrich, una malattia degenerativa che modifica il corpo fino alla paralisi degli arti inferiori, compromettendo l'equilibrio e il coordinamento dei movimenti. Federico ha l’hobby della fotografia, nel documentario sarà un fotografo alla ricerca di elementi metaforici che rappresentino il tema trattato.
La metafora la troverà negli stadi della mutazione uovo-bruco-crisalide-farfalla, ed incarnerà personalmente questo momento di transizione e metamorfosi, sia fisica, sia psicologica; lui stesso fino a un anno fa poteva camminare, ora invece, per lunghi tragitti e spostamenti difficili deve servirsi di una sedia a rotelle che naturalmente fatica ad accettare.
Se è vero che vivere a contatto con le diversità aiuta a limitare il distacco tra i due mondi - quello dei “normali” e quello dei “disabili” - forse è anche vero che parlarne e confrontarsi, non può che aiutare all’avvicinamento, aprendo un varco su un mondo, quello degli adolescenti, costretto a fare i conti con i limiti del proprio corpo, gli svantaggi, le diversità e gli ostacoli che trasformano tutti inaspettatamente in normalissimi portatori di handicap.

Mirko Locatelli