Note di regia del documentario "Il Passaggio della Linea"
Il treno ha sempre occupato un ruolo centrale nella mia vita, l’ho sempre trovato più comodo, accessibile e piacevole di ogni altro mezzo di trasporto. La prima volta che l’ho preso avevo quindici anni, era il Napoli - Parigi delle 13e15, un vecchio espresso ormai scomparso da tempo.
Le carrozze erano di color verde con le strisce rosse e i simboli FFSS; gli interni avevano sedili lussuosi in finta pelle e alle pareti erano appese riproduzioni di pitture, monumenti, paesaggi d’Italia. I controllori giravano con il “macinino del caffè ” a tracolla, con cui stampavano i biglietti. Di questi treni, oggi sono rimasti i telai; gli interni invece sono cambiati come materiali e colori, ma tutto sommato sono gli stessi di sempre, che hanno fatto muovere milioni di persone su e giù per l’Italia; ogni anno ne vengono soppressi alcuni, tra i pochi rimasti.
Grazie alla complicità di molti amici e a un’equipe coraggiosa e di buona resistenza fisica, siamo riusciti a filmare – sempre in treno e dal treno, mai da terra- su tutti gli espressi che ogni notte circolano sulla rete ferroviaria italiana, durante le stagioni di un intero anno. Non so se questo film è un documentario. Vuole esser un piccolo ‘poema notturno, un piccolo film di creazione e montaggio.
Pietro Marcello