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Note di regia del film "La Ragazza del Lago"


Note di regia del film
Una scena del film "La Ragazza del Lago"
Ho scelto questa storia perchè ho intravisto nelle pagine del libro di Karin Fossum la possibilità di raccontare intrecci e sentimenti familiari che dalla originaria geografia di un fiordo norvegese si potessero trasferire in una possibile provincia italiana senza alterarne il senso e il percorso umano: la storia di una piccola comunità attraversata da un insolito delitto, personaggi comuni, famiglie come ne conosciamo tante, solcate da conflitti risaputi, sebbene mai risolti, padri che per troppo amore non riescono più a scrutare le anime dei figli, adolescenti che sentono di essere nati nella famiglia sbagliata, adulti rimasti bambini a causa di piccoli scherzi della natura, bambini che i genitori faticano a comprendere. Tutta questa umanità, assolutamente normale, lontana anni luce dall’idea del crimine, d’un tratto appare deviata, complicata. E’ un delitto, che fa alzare il coperchio e ribaltare la scena di questa assoluta “medietà”.
Filtro e baricentro del racconto, un uomo, Giovanni Sanzio, un commissario di esperienza, anch’egli scosso da un forte dolore, catapultato in questo paesino. Due occhi estranei che hanno visto tanto nel passato, puntati verso questo piccolo borgo incantato ma congelato in un’antica tristezza.
Come in tutti i gialli si sa che probabilmente il commissario risolverà il caso e ci consegnerà un colpevole. Ma in questa storia le ragioni del delitto sono più forti del delitto stesso: comprendere e fotografare un dramma famigliare diventa più importante di trovare il colpevole verso cui Sanzio, e noi con lui, prova più compassione e tristezza che sdegno.

Andrea Molaioli