Intervista al regista Carmine Amoroso sul film "Cover Boy"
Come è nata l'idea realizzativa di "Cover Boy: l'Ultima Rivoluzione"?
Carmine Amoroso: L’idea è nata molti anni fa, quando mi ero reso conto che la rivoluzione in Romania che nel 1989 aveva abbattuto Ceausescu, non era stata una vera rivoluzione partita dal popolo ma un colpo di stato. Produttivamente poi è stato un incubo nel 2002 mi era stato accordato dal ministero dello spettacolo un finanziamento che, successivamente, col decreto Urbani - governo Berlusconi - mi è stato decurtato del 75%!!! . Ciò ha voluto dire girare il film con meno di 500.000 euro e tagliare gran parte delle scene riguardanti la Romania. Praticamente una vera e propria censura. Anche se ora ne sto subendo un’altra di censura,ancora più grave, che è quella di mercato, visto che il film, terminato da oltre un anno, non è ancora uscito.
Cosa ha voluto mettere in risalto nel film?
Carmine Amoroso: L’amicizia. Il problema dell’immigrazione e quello della precarietà del lavoro. In Italia ci sono più di 4 milioni di precari. L’obiettivo era nel portare alla luce il destino di questi "umiliati e offesi" della nostra società..
Il film tratta una tematiche molto complesse e d'attualità dall'omosessualità al rapporto tra etnie diverse, agli esclusi. Cosa ha voluto caratterizzare della psicologia dei due protagonisti Ioan e Michele?
Carmine Amoroso: Ioan e Michele sono due persone che vivono la crisi del lavoro occidentale. Ioan è un immigrato di nuova generazione. Michele è un uomo sconfitto dalla precarietà nel lavoro. Che significa anche precarietà nella vita sociale, negli affetti. E’ molto difficile per chi fa fatica a pagare le bollette, l’affitto di casa, vivere serenamente i propri sentimenti, vivere la propria sessualità in maniera libera.
Come è cabiata la società rispetto alle tematiche dei suoi film e come le ha affrontate diversamente in "Cover Boy: l'Ultima Rivoluzione" dalla sua precedente opera del 1996 "Come Mi Vuoi"?
Carmine Amoroso: “
Come Mi Vuoi” è stato il primo film a tematica "transgender" del cinema italiano. All’epoca assolutamente non compreso, boicottato anche da parte di una certa critica disattenta. La conseguenza è stata che
Medusa Video, che ne deteneva i diritti di sfruttamento, non l’ha mai fatto uscire né in vhs né in dvd. In poche parole l’hanno fatto scomparire. E con il film hanno fatto scomparire anche me. E pensare che in quel film avevo fatto esordire non solo la coppia Bellucci-Cassel, che è poi diventata un simbolo del cinema mondiale ma anche Vladimir Luxuria che ora siede in parlamento. E comunque rispetto ad oggi penso che le cose non siano affatto cambiate. E’ forse cambiato qualcosa sul problema dei diritti civili?
Come ha gestito il set del film e cosa ha prediletto nelle inquadrature?
Carmine Amoroso: Abbiamo girato il film in digitale, in HDV, con due piccole camere Sony. E spesso abbiamo girato come fosse un documentario. Era l’unica possibilità con i pochi mezzi economici che avevamo. In molte scene i protagonisti sono stati letteralmente catapultati nella vita reale. Sotto molto aspetti è un film assolutamente sperimentale. Per questo devo ringraziare tutta la troupe e il direttore della fotografia, Paolo
Ferrari.
Come è stato accolto il film nei vari festival in cui è stato presentato, dove oltretutto è stato anche premiato diverse volte?
Carmine Amoroso: Benissimo ed è la cosa che più mi spinge ad andare avanti. Purtroppo il paradosso (ma solo per chi non conosce il cinema italiano) è che pur essendo uno dei film più visti e richiesti nei festival internazionali (compresi quelli a tematica gay), il pubblico italiano non è riuscito ancora a vederlo. Se sei fuori dal duopolio
Rai-
Mediaset, sei fottuto. In realtà l’unico vero cinema indipendente (cioè prodotto indipendentemente dallo stato, dalla
Rai e da
Mediaset) sono i cinepanettoni.
Ci può parlare della Paco Cinematografica S.r.l. e Filand e di come hanno partecipato nella produzione del film?
Carmine Amoroso: La
Filand e la
Paco sono due piccole produzioni che tentano di esistere e resistere, in questa giungla che è il cinema italiano.
A quando la distribuzione nelle sale di "Cover Boy: l'Ultima Rivoluzione"?
Carmine Amoroso: Non ne ho proprio idea...
Come crede si possa migliorare la distribuzione delle pellicole italiane in sala?
Carmine Amoroso: Innanzi tutto con nuove società di distribuzione, e poi creando un circuito capillare, in tutto il territorio, alternativo alle grandi majors, e con quote obbligatorie (reali) nelle sale di cinema italiano ed europeo.
Come considera il panorama cinematografico italiano attuale?
Carmine Amoroso: Fino a quando il cinema italiano sarà prodotto con un’ottica familistica-clientelare non riuscirà mai a progredire né ad essere interessante. D’altronde come si può pensare di avere uno sguardo sul mondo originale, forte, etico, come si possono cambiare le tematiche, il linguaggio se la maggior parte degli autori, dei registi, di chi fa questo lavoro, è gente privilegiata, figlio di, parente di, amico di... Se il 90% dei film prodotti deve passare il vaglio di una commissione governativa composta da persone scelte secondo un’ottica di spartizione politica? O, nella migliore delle ipotesi, progetti vagliati da impiegati-burocrati televisivi il cui unico obiettivo è quello di "mantenere il posto"?
10/09/2007, 17:55
Simone Pinchiorri