Note di regia del documentario "Onibus"
Il film non è finito, nulla si conclude, è un ulteriore passaggio verso quella serie di destinazioni, di universi paralleli, che un tempo i viandanti, coloro i quali disegnavano i propri itinerari, il tempo, la storia, con la labile ombra delle proprie impronte, usavano definire destino. Questo non è un documentario realistico poichè la realtà non esiste. La realtà è soltanto una messa in scena, un trompe l'oeil, che varia di stile, attori, sceneggiatura, scenografia, col succedersi dei secoli. Pertanto documentare la realtà avrebbe significato rappresentare l'artificio, realizzare una finzione falsa che si limitava a riprodurre passivamente e moltiplicare gli effetti speciali delle apparenze. Onibus è una finzione autentica, un documentario nel senso di genere filmico, attraverso cui ricostruire le infinite possibilità della verità intesa in quanto assenza e presenza di desideri, d'immaginazione, di un'identità generata dalla volontà d'illusione che è radice dell'essere, ossia di un'illusione ineluttabile.
Augusto Contento