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Note di regia del film "Beket"


Note di regia del film
Beket” nasce come terzo capitolo della mia trilogia sul "Cinema della Solitudine". Il primo capitolo č il cortometraggio “Bombay: Arthur Road Prison" vincitore della Vela d’Oro a Bellaria (1999) sul tema del carcere, il secondo č il mio lungometraggio “Girotondo, Giro Intorno al Mondo” sul tema dell’emarginazione, questo terzo atto parla dell’assurditŕ dell’esistenza. Tutti e tre i film sono in bianco e nero.
Beket” prende forma dalla necessitŕ di esprimersi liberamente, senza regole e auto-censura. Nasce cosě, insieme ai produttori Bruno Tribbioli e Alessandro Bonifazi di Blue Film, un’operazione retrň, d’altri tempi,
dall’ampio respiro cinematografico.
Per potersi permettere questa libertŕ č stato necessario pensare ad un’opera produttivamente piccola, agile e veloce, che ne contenesse anche i costi dovendo lavorare in auto-produzione indipendente.
L’idea di legarsi all’universo dell’isolamento Beckettiano partendo dal suo “Aspettando Godot”, unisce bene la “povertŕ” produttiva alla “ricchezza” di contenuti.
Il film č interamente girato in esterni diurni. Col direttore della fotografia Tarek Ben Abdallah (giŕ direttore di “Giro di Lune” di Beppe Gaudino) č stata presa la decisione di girare in Super 16 da “puristi” senza luci artificiali, con la sola cinepresa e il cavalletto. Č stata scelta una pellicola “dura” e “forte” come la Kodak 80 ASA b/n che ci ha permesso di ottenere il risultato che volevamo.
La regione Sardegna č stata scelta per i suoi magnifici paesaggi naturali ancora incontaminati e per la sua splendida luce solare. I luoghi delle riprese sono: Gallura, Cabras, Miniera di Montevecchio, dune di Piscinas (Sardegna), Piana di Castelluccio (Umbria).
Il film č stato girato in 13 giorni, con una troupe di 10 persone.

Davide Manuli