Note di regia del film "Il Primo Giorno d’Inverno"
L’intenzione è di affrontare temi presenti, talvolta anche in modo drammatico, nel mondo degli adolescenti per giungere ad una riflessione sulle modalità tipicamente maschili, per certi versi ancora tribali, di basare le relazioni sulla prepotenza e sulla sopraffazione, sul fare gruppo e sull’esclusione di chi sembra diverso.
Il film racconta l’adolescenza come passaggio critico, indaga la solitudine in cui vive chi è un escluso come Valerio, il protagonista, incapace non solo di provare a salvarsi ma anche di comunicare a qualcuno il suo dolore.
Osserva una generazione di ragazzi vicini fisicamente ma personalmente soli e abbandonati all’individualismo, ragazzi che spesso faticano a trovare unità in un progetto comune, che possono spingersi fino al disprezzo delle diversità generando dolore ed emarginazione.
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Il Primo Giorno d’Inverno" ha un significato simbolico: è il momento del solstizio, in cui il sole sembra abbandonarci completamente per cedere il passo alla notte più lunga di tutte. L’anno che si è avvicinato alla fine, portando con sé la totale oscurità, ora viene lasciato alle spalle e il flusso si inverte. E’ un momento di morte e rinascita, come la fine dell’adolescenza ma anche come una ruota che compie il suo giro.
Nella nostra storia il momento del dolore più grande obbliga i personaggi a tentare un’altra strada, un percorso diverso, dove la fiducia nell’altro sarà la chiave per nuove possibili relazioni.
Mirko Locatelli