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Festival di Locarno 2008: report 16 agosto / Arrivederci Pardo ciao


Festival di Locarno 2008: report 16 agosto / Arrivederci Pardo ciao
"Sleep Furiously" di Gideon Koppel
In preda a un attacco di frenesia da fine festival, questa mattina mi alzo presto e corro al Kursaal per assistere alla proiezione di un film svizzero del 1957, Der 10. Mai di Franz Schnyder. L'argomento è la storia di un tedesco che tenta di fuggire in Svizzera all'inizio della seconda guerra mondiale, ma nonostante l'argomento storico il film non solo non è mai pesante, ma presenta anche diversi spunti di ironia.

Poi è la volta di un fantastico panino al salmone e rafano acquistato alla bancarella Al Port......oops, dicevo, è la volta di Sogni d'oro, un film di Nanni Moretti uscito nel 1981. L'elemento metacinematografico spesso presente nei film di Nanni torna anche in questo con La mamma di Freud del protagonista Michele Apicella e il musical sul '68 del suo rivale Gigio Cimino. Oltre a pinguini, torte Sacher, coperte di lana, licantropi, e una stranamente non isterica Laura Morante.

Il film del pomeriggio è il coreano Daytime Drinking (Concorso Internazionale). Incuriosita dalla pardo-sinossi, che lo definiva un "road-movie comico", mi ritrovo piuttosto spiazzata dalla proiezione dal momento che non c'è un solo momento in tutto il film che faccia ridere di gusto. Qualche dialogo divertente c'è, ma non stiamo mica parlando di un film di Tati... e non credo proprio che la comicità fosse nelle intenzioni dell'autore.

Sleep Furiously di Gideon Koppel è, più che un film, una poesia per immagini. Poesia i cui versi sono tenuti insieme da un filo sottile, la storia del bibliotecario itinerante John Jones, che ogni mese attraversa il Galles con il suo furgone giallo. Per lo sguardo è una meraviglia: mentre la telecamera indugia su montagne rigogliose, la nascita di un vitello, il recinto delle pecore, un tema musicale ricorrente (Avril 14th di Aphex Twin) amplifica la magnificenza della natura.

L'ora di dire addio al festival arriva con Feast of Villains di Pan Jianlin, la storia di uno sventurato ragazzo cinese con un padre morente in ospedale. Le cure costano, e lui è troppo onesto per rubare sul lavoro. Decide di vendere un rene in cambio di denaro ma viene truffato e non ottiene nulla. Il padre, ovviamente, muore, e per ottenerne la cremazione il ragazzo deve scontrarsi con una burocrazia ancora peggiore della nostra. La storia sarebbe anche avvincente ma la totale inespressività del personaggio, e da parte mia la necessità di dormire più di quattro ore di fila, sono riuscite a rendermi apatica.

Bye bye Locarno, non mi resta che dare la buona notte ai miei quattro lettori (mamma, papà, il mio compagno di video library Gianluca e la segretaria di Freud) e augurarvi di vedere il passo felpato del leopardo giallo prima dei vostri sogni... d'oro, naturalmente.

17/08/2008, 15:43

Simona Dalla Valle