Note di produzione del documentario "Vida Loca"
La rielaborazione del materiale girato in Messico inizia a fine Settembre 2007.
Data la qualità tecnica non eccelsa delle riprese (il tutto è stato girato con una economicissima e non recentissima handycam Sony - la TRV25), si decide di valorizzare al meglio i contenuti delle varie interviste puntando al maggior dinamismo possibile. In tal senso lo spunto creativo/stilistico è il documentario “Surplus”, di Erik Gandini e Johan Söderberg. L’idea è quella di lasciare parlare i protagonisti, senza interventi “fuori campo”, mirando ad un montaggio molto ritmato, dai tagli veloci, e prevedendo un largo utilizzo di musiche e anche di immagini decontestualizzate.
La sceneggiatura è stata completata nel giro di un mese.
Un altro mese è servito per la ricerca delle immagini “aggiuntive” e delle musiche. In questo caso si è rivelata un’inestimabile risorsa il “protocollo” Creative Commons, e la comunità che vi aderisce.
Il web ha permesso di visionare, richiedere ed inserire tra le risorse utili al documentario numerosi materiali audio/video distribuiti con licenze “aperte”. Sempre attraverso internet è stato possibile contattare numerosi fotografi, per lo più salvadoregni, e anche in questo caso più di una persona ha accettato di mettere a disposizione gratuitamente le sue opere.
Grazie a questo lavoro di lunga ricerca e alla generosa disponibilità di musicisti, fotografi e videomaker, è stato possibile realizzare un’opera più “completa”.
Il coinvolgimento di più persone ha portato alla composizione di un mosaico più ampio, nella ricerca di un'estetica più efficace, perseguendo il fine di una maggiore valorizzazione dei contenuti. Il “costo” è stato notevole in termini di tempo e di impegno lavorativo (ore e ore tra le maglie del web per trovare la musica adatta o la foto attinente), ma praticamente nullo a livello economico (grazie ai principi di condivisione del sapere e del lavoro artistico alla base della filosofia Creative Commons).
Sta di fatto che la spesa totale per questo lavoro è stata assai modesta (circa € 2500 - essenzialmente spese di viaggio), e questo grazie alle centinaia di ore di lavoro “volontario” che tutti gli autori e collaboratori hanno investito in questo progetto .
Una volta raccolto tutto il materiale, il montaggio in sé e per sé è durato circa 20 giorni, al termine dei quali le storie dei pandilleros intervistati a Tapachula si sono definitivamente “trasformate” nei 24 minuti di immagini, suoni, musiche e parole che compongono questo documentario.
Giuseppe Petruzzellis