Note di regia del film "Volevo Gli Occhi Blu"
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Volevo Gli Occhi Blu” ambientato tra la fine degli anni 60 e l’inizio degli anni 70, racconta la storia di un ragazzo appassionato di cinema, che trascorre le sue giornate in solitaria meditazione, e riprendendo tutto ciò che è bello ai suoi occhi con una cinepresa, momenti di vita, personaggi locali ecc. Il ragazzo, interpretato da Mauro Failla, trova una serie di ostacoli morali, è considerato un tipo strano, solitario, solo pochi riescono a comprenderlo ed assecondarlo nella sua fissazione, i genitori, la fidanzata, e Pippo l’amico falegname. Dopo una serie di eventi il ragazzo viene rinchiuso in un ospedale psichiatrico, senza effettivamente essere malato di mente. L’esperienza all’interno dell’istituto, dove incontra un pazzo filosofo, interpretato da Tony Sperandeo, che cita la corda pazza di Luigi Pirandello, lo cambia totalmente, ma senza cancellare la sua passione per il cinema e per il bello della vita. Il film vuole essere un omaggio al cinema e a tutto ciò che ne fa parte, infatti molte sono le citazioni, a partire dai poster cinematografici appesi nella casa del protagonsista, dalla Dolce Vita di Fellini, a Greta Garbo, al Sorpasso di Dini Risi, a Marcello Mastroianni, Sophia Loren, Marylin Monroe, al grande Totò, Alberto Sordi, De Niro, Mcqueen, insomma gran parte del cinema italiano e internazionale, mentre uno dei poster è dedicato al caratterista messinese Tano Cimarosa, amico personale del regista, scomparso nel mese di maggio scorso. Il film ambientato a San Marco d’Alunzio, affascinante paese della Sicilia, che fa da sfondo ad una storia di passioni e realtà.
Francesco Lama