Per Il Cinema Italiano 2009: Ettore Scola "La
commedia all’italiana ha avuto il merito
di precedere l’iter della nostra società"
Dopo la proiezione del film “
La Terrazza”, il regista
Ettore Scola ha incontrato il pubblico della sala
Kursaal Santalucia durante l'edizione 0 del Festival
Per il Cinema Italiano di Bari. Non è da dimenticare che la manifestazione pugliese sta dedicando un’ampia retrospettiva al cinema dell’autore avellinese.
Il noto maestro ha esordito parlando dell’importanza del rapporto con i collaboratori del set, sottolineando quanto ognuno di loro, anche un semplice elettricista, possa rivelarsi fondamentale per la buona riuscita di una scena, soprattutto se ciascuno riesce a mantenere una buona conoscenza del copione ed a raggiungere un’idea delle emozioni che la sceneggiatura intende trasmettere allo spettatore che vedrà poi il film. Ha poi parlato della sua conoscenza ed amicizia con personaggi di straordinario calibro artistico come
Federico Fellini,
Vittorio Gassman e
Marcello Mastroianni.
“
Quando lavoro ad un film”, ha precisato, “
preferisco avere attori e collaboratori che già conosco. Non è una forma di sfiducia ma semplicemente credo che così facendo si lavori meglio”.
“
Personalmente non mitizzerei la commedia all’italiana ma anzi il neorealismo”, ha continuato
Ettore Scola, “
La commedia all’italiana ha certo avuto il merito di precedere l’iter della nostra società, ma rimane una figliaccia del neorealismo che è stato straordinario perché ha inaugurato un nuovo modo di comunicare nella storia del cinema per il quale rappresenta tuttora un vero e proprio massiccio montuoso. Credo che al giorno d’oggi una carenza nei giovani autori sia rappresentata dal fatto che si occupano poco della politica con la quale è invece impossibile non ritrovarsi a fare i conti; è improbabile fare un film non politico perché l’uomo è prima di tutto un animale politico".
Riguardo alla psicologia nella sceneggiatura il maestro si è del tutto distaccato dalla posizione che ha sottolineato a riguardo ieri
Davide Ferrario, ha anzi puntualizzato che a suo avviso non esistono personaggi senza psicologia e che crede che sia importante raccontare storie che si evolvono a partire da una caratterizzazione approfondita dei personaggi.
Del noto cineasta si è potuto senza dubbio apprezzare anche la modestia.
“
Se c’è una cosa che mi rimprovero”, ha infatti puntualizzato rispondendo ad una domanda, “
è di essere rimasto un regista medio. Non riesco a considerarmi una montagna nel panorama del cinema italiano, mi piace ritenermi se mai una pianura fertile".
15/01/2009, 18:40
Giovanni Galletta