"Questo Piccolo Grande Amore": un film "toccante" per San Valentino
E’ tempo di San Valentino e, se a Natale escono i “cinepanettoni”, in questo preciso periodo dell’anno, già da qualche tenpo, sono indirizzati all’attenzione del grande pubblico i film incentrati sugli innamorati. Ma attenzione, per una volta cerchiamo di mantenerci liberi dai pregiudizi che è naturale rivolgere alle operazioni che possono apparire già viste e magari bollite in partenza di modo da rimanere almeno propensi a lasciarci sorprendere. “
Questo Piccolo Grande Amore”, prodotto da
Matteo Levi e
Giannandrea Pecorelli e distribuito da
Medusa, può infatti essere visto come una piccola, grande appunto, sorpresa che merita di essere discussa con le parole della stima.
Matteo Levi ha precisato, già nelle note di produzione ma poi anche alla conferenza stampa, che da tempo coltivava l’idea di portare sullo schermo il disco storico del mitico
Claudio Baglioni. Si è quindi deciso a non produrre un “
musicarello” tradizionale, che utilizza magari le canzoni come riempitivo di scene o commento delle stesse, ma nemmeno un musical; il film in uscita è anzi a suo avviso un lungometraggio che usa in modo nuovo ed interessante le musiche e le parole delle canzoni del notissimo cantautore romano.
Giannandrea Pecorelli si è associato puntualizzando che è stata precisa intenzione della produzione rispettare tutte le caratteristiche del disco omonimo, nonché appunto lo spirito ed il senso dell’album; l’impostazione del film, ha precisato, è stata principalmente quella di toccare le corde dell’emozione.
L’operazione, che è cresciuta grazie all’apporto di
Claudio Baglioni che ha partecipato alla stesura del copione, si è evoluta grazie al lavoro dello sceneggiatore
Ivan Cotroneo che ha fatto si che, nella stesura del testo di quello che poi sarebbe diventato il film, fosse narrato il percorso raccontato nelle canzoni dell’album di “
Questo Piccolo Grande Amore”, tanto che i pezzi del disco costituissero un riferimento analogo a quello che si utilizza quando un romanzo viene adattato per il grande schermo.
Il film diretto da
Riccardo Donna, oggi in uscita, è appunto sorprendente innanzitutto per la riuscita degli intenti dichiarati dalla produzione. Le canzoni di
Claudio Baglioni, incise all’inizio degli anni settanta, sono infatti ben utilizzate come evoluzione al racconto di cui si avverte presto l’intensità narrativa e cinematografica. I brani sono certo in più momenti usati in modo didascalico e, anche se la cosa è ovviamente voluta, nel caso apposito risulta fastidiosa; in altre scene invece la musica è utilizzata sorprendententemente ed in altre ancora, sempre più spesso, riesce a rivelarsi trascinante e realmente emozionante, a tratti commovente. Si avverte infatti una urgenza che in certi momenti si scopre inquietante per la passione e la riuscita stilistica, per la volontà di rendere, con un senso di malinconia struggente, gli anni lontani, quelli vissuti non solo da
Claudio Baglioni ma anche del regista stesso, che sono stati fondamentali e magici perché quelli della gioventù e appunto quelli che non torneranno più. Il lungometraggio di
Riccardo Donna è del resto girato con consumata professionalità da un cineasta che, alla sua opera prima dopo tantissima televisione, riesce a rivelarsi non certo solo un buon mestierante ma un autore appunto. L’ “
espressionismo” surreale di certi momenti, anche se a volte un po’ casereccio, si rivela non fuori luogo ma anzi originale, suggestivo e d’impatto; stesso discorso va fatto per gli effetti speciali.
Tra gli attori, in generale tutti apprezzabili, è da sottolineare il lavoro di
Mary Petruolo. Inutile dire che il finale di “
Questo Piccolo Grande Amore” è toccante intanto per la sua intensità, poi per la sua sincerità biologica ed intellettuale; il regista riesce infatti a evidenziare con delicatezza il lato struggente che fa parte della vita stessa e che ognuno è stato chiamato a vivere, quello magari doloroso ma che è l’unico davvero in grado di porre nella condizione di maturare. Il film è inoltre estremamente interessante perché affronta con intelligenza e sensibilità i contraddittori ed insanabili conflitti dell’esistenza; non solo quello dei rapporti tra le persone che si vogliono bene, non solo quello relativo ad un amore grande e quindi difficile da vivere, ma anche quello del conflitto, meno di frequente affrontato, tra libertà ed autorità.
Il lungometraggio è stato presentato lunedì mattina nella sala più grande del
cinema Adriano di
Roma. Erano presenti, oltre al regista, ai produttori e ai responsabili di
Medusa, gli interpreti principali (
Mary Petruolo ed
Emanuele Bosi) e quelli secondari.
“
Il film”, ha precisato
Riccardo Donna dopo la proiezione, “
all’inizio è molto contestualizzato, poi la storia d’amore diventa così forte e senza tempo che potrebbe svolgersi in qualunque epoca e per questo motivo l’ambientazione storica passa in secondo piano. La collaborazione con Baglioni è stata molto produttiva e piacevole; Claudio ha messo molto di suo nel film come allo stesso modo non potevo evitare di fare io che, come lui negli anni settanta, ero un ragazzo come i personaggi protagonisti del lungometraggio”.
“
Il finale del film”, ha precisato
Ivan Cotroneo, “
più che drammatico è struggente. Credo che amare significhi innanzitutto vivere intensamente il nostro tempo, e questo rimane l’importante ed il bello non solo di questa storia ma anche della vita".
Mary Petruolo ha spiegato di cosa abbia significato per lei indossare la maglietta fina che tanto ha dato all’immaginario comune.
Emanuele Bosi ha confidato di essere cresciuto con la musica di
Baglioni di cui la sua famiglia è da anni grande fan.
“
Questo Piccolo Grande Amore” che rientra nel progettto
QPGA (che ha compreso concerti già svolti e continuerà con l’uscita del prossimo disco di
Baglioni e altre iniziative), dopo una serie di anteprime in diverse città che si sono svolte ieri esce oggi in tutta Italia con circa 500 copie.
11/02/2009, 14:58
Giovanni Galletta