Note di regia del documentario "She Loves You"
Claudia è mia zia. Ho vissuto due settimane con lei registrando lunghe conversazioni guidate dalla sua memoria e dalle associazioni che i ricordi le consentivano. E’ stato complesso per me relazionarmi al materiale, perché molto del suo vissuto mi riguardava in prima persona, oppure, se non riguardava me direttamente, riguardava il vissuto della mia famiglia che, giorno e notte, avevo accanto, inconsapevole dei racconti che avevo ascoltato pochi momenti prima da Claudia. Essere così fortemente calato nelle relazioni familiari, che per me sono causa prima di disagio e malessere, mi ha creato grandi difficoltà a lavorare lucidamente al documentario. Ho così cercato di creare una rigida struttura che si sviluppasse attorno a tre nodi principali formati dalla lettura di tre passi da altrettanti libri sui Beatles, l’ascolto di tre canzoni e tre racconti di Claudia, incastonati all’interno della vita quotidiana di famiglia, la quale non può prescindere del bruciante amore di mia zia per i Beatles. Nel creare questa rigida struttura al film ho anche cercato di sospendere qualsiasi semplice giudizio etico e morale nei confronti di Claudia che è sempre stata vittima, da parte dei familiari, di facili accuse; la sua complessità è anche quella del lavoro, che chiede allo spettatore di porsi in un’ottica che vada al di là di facili considerazioni. Claudia non è una madre snaturata che abbandona la sua vita reale per il sogno, è una persona lucida il cui darsi totalmente ad un amore ideale pare essere l’unica maniera per sopravvivere alla realtà.
Diego Marcon