Note di regia del film "Focaccia Blues"
Il film offre grande spazio al documentario, il quale accoglie una storia di finzione che, incrociandosi narrativamente, scorre parallela ad esso rispettandone l’evoluzione.
La parte documentaria del film si propone di raccontare la vicenda in modo completo dando voce a tutte le parti in causa protagoniste della storia.
Infatti, volendosi allontanare da operazioni ideologiche e di parte, offre spazio anche a quanti apprezzano l’offerta dei Fast Food.
Il protagonista della favola d’amore, Dante, presente già nel prologo, rappresenta il gancio per far partire il documentario. I personaggi di fiction e doc si incrociano continuamente per esempio il giornalista Eric Jozsef con Manuel, o Dante con Onofrio, protagonisti della vera vicenda (accaduta ormai 9 anni fa).
La parte di fiction è concepita come una storia a sé, con un inizio, uno svolgimento e una conclusione, ma che si intreccia con la parte documentaria aiutandone lo svolgimento e aggiungendo spunti di commedia. La favola ha come protagonisti personaggi inventati che pur non avendo nulla a che fare con la vicenda del McDonald’s e della focaccia di Digesù, sono una metafora del fatto principale: Dante (così come la focaccia) rappresenta la semplicità e la genuinità, Manuel simboleggia l’irruzione del Fast Food e l’apparenza frivola, Rosa rappresenta invece l’attrazione della gente verso ciò che proviene dall’esterno, perdendo di vista la qualità che ci appartiene. Sempre legati alla fiction ma svincolati dalla storia sono i personaggi interpretati da Arbore, Banfi, Placido e Vendola.
Tutti i personaggi reali sono la testimonianza che con la riscoperta dei valori, con la passione verso il proprio lavoro e con un pizzico di allegria si possono sconfiggere anche i colossi.
Insomma un film corale che con l’ironia invita a riflettere sulla difesa delle identità, del buon gusto e della qualità della vita, oggi continuamente attaccati dalla globalizzazione e lobotomizzazione delle culture.
"
Focaccia Blues" ha cercato di valorizzare il concetto del glocale in ogni suo aspetto, tutte le musiche difatti nascono da musicisti di origini pugliesi: da Sandro Corsi e Pino Genco (autori della bella colonna sonora) a Pat G (cantante italo americano);, fino a Nino Lepore che ha eseguito le musiche del grande compositore Saverio Mercadante, anche quest’ultimo un pugliese nato proprio ad Altamura nel 1795.
Il film è stato girato, con il direttore della fotografia Rocco Marra, in supporto HD con un equipaggiamento che interposto tra la lente per camera 35mm e la telecamera stessa ha conferito all’immagine un look espressamente cinematografico.
Nico Cirasola