"La Pivellina" presentato alla Mostra Internazionale
del Nuovo Cinema di Pesaro
Avrebbe dovuto essere una doppia inaugurazione (
Concorso e
Cinema in Piazza) quella di ieri sera con il film italo-austriaco "
Non è ancora domani " ("
La Pivellina") di
Tizza Covi e
Rainer Frimmel, già vincitore del
Label Europa Cinemas come “
Miglior Film Europeo” alla 41.
Quinzaine des Réalisateurs di Cannes, invece alla fine ha soltanto aperto il
Concorso Pesaro Nuovo Cinema ma non ha inaugurato il
Cinema in Piazza dato che la proiezione, causa pioggia , è stata spostata al
Teatro Sperimentale.
Il direttore artistico della Mostra
Giovanni Spagnoletti, presentando il film ha ricordato che “
è la prima volta che ad aprire il concorso c’è un film italiano o almeno in parte italiano, trattandosi di una coproduzione italo-austriaca”.
Spagnoletti, invitando a salire sul palco la regista
Tizza Covi, i protagonisti
Patrizia Gerardi e
Tairo Caroli e il distributore italiano del film
Franco Zuliani delle
Officine UBU, ha tenuto a precisare: “
Il titolo internazionale del film, con cui è stato presentato al Festival di Cannes dove ha riscontrato peraltro un notevole successo, è La Pivellina ma il titolo con cui Franco Zuliani di Officine UBU distribuirà il film in Italia, presumibilmente a partire da ottobre/novembre, è Non è Ancora Domani”.
“
La battaglia con la pioggia la conosciamo bene” ha detto
Tizza Covi “
e non ci spaventa. Quando abbiamo girato il film tra gennaio e febbraio 2008 a Roma pioveva sempre. Non è Ancora Domani è una storia di fiction ma vicina al realismo. Abbiamo scritto la sceneggiatura partendo da personaggi reali, proprio da Patrizia e Tairo che non sono attori professionisti anche se non amo definirli così perché sono talmente bravi che per me sono professionisti”.
Il film racconta la storia di Asia, una bambina di due anni che viene trovata in un parco da Patti, una donna che vive con il marito in una roulotte a San Basilio, alla periferia di Roma, all’interno di una comunità di circensi. Con l’aiuto di Tairo, un ragazzino che vive con sua nonna in un container adiacente, Patti inizia a cercare la madre della bambina.
“
Il nostro metodo di lavoro” continua Tizza Covi “
è sempre una regia a due: mia e di Rainer Frimmel che non ha potuto essere oggi qui con noi. Lavoriamo sempre da soli perché così possiamo essere liberi. Lui si occupa della cinepresa e io del suono ma la regia la decidiamo sempre insieme. Veniamo dal documentario e non volevamo cambiare modo di lavorare utilizzando una sceneggiatura per la prima volta di finzione. Due sono i vantaggi: prima di tutto abbiamo la libertà di gestire il tempo e i mezzi come vogliamo senza imposizioni esterne, con i nostri ritmi e le nostre scelte; in secondo luogo essendo soltanto noi due sul set siamo stati in grado di dedicare tutto il tempo necessario ai protagonisti”.
“
Quello che ci interessava più di tutto era di trovare umanità in questa periferia che ha poco a che vedere con l’immagine di Roma che tutti conosciamo e di condividerla con gli spettatori. Ecco perché non abbiamo usato mai la musica che evoca sempre dei sentimenti e abbiamo scritto una sceneggiatura che prevedeva un inizio e una fine ma che era completamente priva di dialoghi. Abbiamo lasciato completa libertà di improvvisazione agli attori. Non c’è stata nessuna preparazione prima delle riprese. Molte cose succedevano casualmente e poi le giravamo”.
23/06/2009, 19:09