Prime dichiarazioni di Andrea Crisanti nuovo preside del CSC
Andrea Crisanti, nominato da poco più di una settimana, ha annunciato quale sarà il suo impegno alla prossima riapertura della Scuola: "
Ritengo che le gestioni precedenti, quella di Caterina D'Amico prima e quella di Giuseppe Cereda poi siano state validissime e che gli effetti del loro lavoro siano stati utilissimi soprattutto ai nostri giovani allievi, e che siano state tracciate durante la loro conduzione delle importanti guide didattiche. Naturalmente lo spettacolo cinematografico è in continuo cambiamento sia come mezzo espressivo, strettamente culturale e intellettuale nei suoi contenuti, sia come cambiamento nel volere e dovere utilizzare metodi e tecniche che ogni giovane cineasta sente di assorbire e utilizzare nelle proprie creatività. Credo che una scuola di Cinema debba crescere con coraggio e piglio giusto, seguendo un percorso strettamente equilibrato tra passato e futuro. Il glorioso passato che i nostri maestri (non solo quelli italiani) ci hanno indicato deve essere rivalutato e posto davanti ai nostri occhi non solo come conoscenza generica o come documentazione di un prodotto, ma come analisi approfondita di tutte le condizioni che hanno contribuito alla nascita di un linguaggio cinematografico.
Di pari passo l'avvento di modi e tecniche di realizzazione nuove devono essere profondamente studiate e dominate. La nuova linea didattica voluta da Alberoni è più decisamente rigida e severa dal punto di vista del rispetto delle discipline e nelle espressioni dell'interdisciplinità. Quindi una introduzione rispetto al passato di materie culturali apparentemente marginali al lavoro di un cineasta ma che invece reputo utilissime nella formazione e nella conoscenza artistica di un giovane. Le arti figurative, la letteratura, il teatro ecc. Reputo necessaria questa "novità" perché il sistema scolastico attuale evidenzia ai nostri concorsi dei giovani con delle carenze di base preoccupanti.
Io per esempio non ho fatto nessuna scuola di Cinema. La mia scuola è stata la strada seguendo i grandi maestri e soffrendo giornalmente una ferrea disciplina da loro imposta. Ma erano altri tempi: nelle scuole superiori si studiava seriamente, e il cinema italiano era la guida europea. Vorrei in generale che gli allievi uscenti dal CSC non si sentano improvvisamente abbandonati, senza la loro cuccia che per tre anni li ha ospitati anche se fuori c'è l'inferno.
Il mio progetto, iniziato da poco, che prevede una stretta collaborazione tra i centri scolastici, Università, Accademie Belle Arti, Istituti d'arte ecc.( non solo italiani) e il CSC con degli scambi culturali intensi (mostre, visite, conferenze ecc.) sta ottenendo i primi frutti. E' mia intenzione tra l'altro di intensificare i laboratori di fotografia, scenografia, costume, e introducendo corsi di scenotecnica, effetti ottici e speciali, tradizionali e attraverso le nuove tecnologie. Una nuova stretta collaborazione avverrà tra la CSC production e me per la realizzazione di video didattici e fiction a scopo didattico. Tengo molto, direi in primis, ad una speciale e intensa concentrazione sulle lezioni interdisciplinari sul linguaggio cinematografico, con interscambi sulle arti figurative, fotografiche, visive e grafiche.
Quest'anno festeggio i miei 50 anni della mia professione, che risale al 19 Aprile del 1959. Mezzo secolo di incontri, di fatiche, di delusioni e di soddisfazioni in campo cinematografico. Considero questo incarico del CSC come premio per tutti questi anni. Dedico questi 50 anni a tutti gli allievi del CSC. Li dedico al nuovo giovane Cinema Italiano".
20/07/2009, 19:33