Marco Risi e Andrea Purgatori
A
Marco Risi e
Andrea Purgatori il
Premio "Sergio Amidei" 2009 per la Migliore Sceneggiatura Internazionale per il film "
Fortapāsc".
A comunicare la decisione della giuria dellAmidei, il presidente dellomonima Associazione, il Senatore Avv.
Nereo Battello assieme al Prof
Roy Menarini, rappresentante del comitato scientifico del Festival, in una conferenza stampa conclusasi da pochi istanti alla presenza dei due premiati.
Una decisione non facile per la giuria - composta dalla sceneggiatrice
Suso Cecchi D'Amico, dai registi
Mario Monicelli,
Ettore Scola e
Franco Giraldi, dal regista e sceneggiatore
Giuseppe Piccioni, dallo sceneggiatore
Francesco Bruni e dallattrice
Giovanna Ralli, che ha visto film come
Gran Torino di Clint Eastwood,
LOnda di Dennis Gansel,
Louise Michel di Gustav de Kervern
Questione di Cuore di Francesca Archibugi
Si Puō Fare di Giulio Manfredonia,
Stella di Sylvie Verheyde,
Tutta Colpa di Giuda di Davide Ferrario e
Vincere di Marco Bellocchio contendersi il prestigioso che conclude la 28° edizione del Festival Amidei.
Queste le motivazioni del Premio:
Fortapāsc riesce a raccontare una pagina drammatica della Storia italiana, ma insieme laspirazione alla normalitā e alla veritā che non č del solo protagonista. Romanzo di formazione ed emozionante ritratto di una giovinezza interrotta, Fortapāsc č anche un atto di denuncia delle collusioni tra la criminalitā organizzata e la politica, della compiacenza della stampa, della rassegnazione del potere giudiziario. Tra i meriti della sceneggiatura vi č anche quello di esprimere una bruciante urgenza di raccontare e di onorare il coraggio della scrittura.
Marco Risi ha dichiarato:
Innanzitutto sono molto contento che questo sia un premio alla figura dello sceneggiatore Sergio Amidei. Non sono molti i premi ai grandi sceneggiatori in questo nostro paese, che fa presto a dimenticare tutto. Ho conosciuto Amidei una volta. Siamo andati al cinema insieme, io, Amidei e mio padre a vedere il primo film girato in America da Milos Forman Taking off (1971). Č stata una bellissima esperienza e adesso, lidea di prendere questo Premio a lui dedicato mi fa davvero piacere.
Cosė si č espresso, invece,
Andrea Purgatori:
Sono onorato di questo riconoscimento che divido anche con Jim Carrington (il terzo sceneggiatore del film). Ringrazio il Premio anche per il fatto di poter parlare di quanto sta accadendo al mondo dello spettacolo in questi giorni. Ieri č stata votata una finanziaria che non prevede neanche un euro per il cinema, con la conseguenza che questanno, forse, saranno non pių di dieci film realizzati, e tutti di contenuto commerciale (e, sia detto, i film commerciali devono esserci, e i Vanzina erano in piazza con noi a manifestare durante la settimana). Pensiamo che sia giusto dire che questa decisione del governo č uno scandalo cosė come lo č la figura meschina di un Ministro della Cultura che si era impegnato davanti al Presidente della Repubblica a difenderci e ora non ha neanche il coraggio di dimettersi
E ancora
da ora in poi, noi ci prenderemo tutte le libertā e manifesteremo ovunque. Cominceremo con la conferenza stampa del Festival di Venezia (30 luglio). Il governo deve sapere che useremo qualsiasi mezzo per far si che questo scandalo abbia visibilitā internazionale. Devono avere paura, perché faremo una grande battaglia a partire da quella data. Cominceremo a divertirci noi ora con limmagine del governo. Solo per darvi alcuni dati, il cinema italiano riceveva dallo stato soltanto 34 milioni di euro (lo 0,01 per cento del PIL). E ora anche questi pochi soldi (se pensiamo che in Francia ne vengono stanziati 270 milioni allanno) non ci sono pių. Questo significa non avere la memoria e il rispetto per la Scala, Cinecittā, il Festival di Venezia... Ma abbiamo la solidarietā internazionale e faremo sė che questo scandalo emerga ovunque. Con la crisi ci sono stati tagli trasversali in tutti i settori, ma nessuno ha subito lazzeramento come lo spettacolo. Dietro non puō che esserci una motivazione di tipo politico. Cultura e spettacolo sono un fastidio. E stiamo parlando di 200-300 mila persone che lavorano nello spettacolo, i numeri sono gli stessi della Fiat. Č come se la Fiat stesse chiudendo e nessuno se ne rendesse conto. E lidea che lo spettacolo sia trattato cosė proprio in questo paese č assurda.