In DVD il pluripremiato documentario
"Diario di un Curato di Montagna"
Vincitrice al
Trento Film Festival 2009 con il “
Premio della Stampa Bruno Cagol” e il “
Premio Città di Imola” come miglior film italiano, l’opera di
Stefano Saverioni offre molti spunti di riflessione e diversi piani di lettura.
E’ ambientata sulle montagne d’Abruzzo e girata nei mesi precedenti il terremoto del 6 aprile 2009.
E’ quindi una testimonianza di luoghi e tradizioni che sono stati duramente colpiti dal cataclisma.
“
Diario di un Curato di Montagna” è un documento appassionato che racconta con una regia pulita e pregnante la natura aspra di queste montagne, ma soprattutto è la storia toccante di un uomo, Filippo Lanci, un giovane prete che viene assegnato a questi luoghi sperduti dove il suo spirito libero, in qualche modo ribelle e creativo, impara gradualmente ad amare e apprezzare i paesi e le loro genti perché lo aiutano a raggiungere una più profonda comprensione di sé, del suo ruolo e di quello che la Chiesa deve esercitare qui, come altrove.
Una splendida fotografia svela Pietracamela, Cerqueto e Intermesoli, paesini arroccati nelle più alte montagne dell’Appenino, il Gran Sasso d'Italia, piccoli borghi solitari dove si aggirano ormai solo anziani e poche famiglie e dove, al termine della villeggiatura estiva, ci si ritrova spesso isolati.
Don Filippo vive e opera in questo paesaggio a tratti mistico, dove la solitudine stringe forte il petto.
E’ un sacerdote giovane, appassionato di fotografia, la cui indole inquieta si scontra con questa condizione di frontiera. E’ in questi luoghi remoti, dove la natura, la semplicità e la tradizione ancora prevalgono su tutto, che Don Filippo cerca di trovare, attraverso le proprie contraddizioni, la via per meglio comprendere se stesso e il proprio rapporto con Dio e anche la sua missione.
Acclamato dalla critica, tanto da valersi la prestigiosa nomination come “miglior documentario di lungometraggio” ai
David di Donatello, "
Diario di un Curato di Montagna" è un film che va visto e rivisto più volte, per apprezzarne a fondo tutti gli aspetti che il regista ha saputo evidenziare e combinare con maestria, tramite inquadrature semplici e toccanti e un montaggio sapiente che alterna la voce e i silenzi di una natura solitaria e severa a dialoghi ricchi di problematiche e di spunti di riflessione sul rapporto tra spiritualità, religione e Chiesa all’inizio del nuovo millennio.
Una nota particolare meritano le musiche originali composte del maestro
Enrico Melozzi, che esercitano un ruolo fondamentale nel film, sottolineando i vari passaggi in un crescendo di sinfonie che rievocano il mistero e il misticismo di questi luoghi.
31/08/2009, 16:49